REDAZIONE MONZA BRIANZA

Il luogo della Memoria: "La nube della diossina ha segnato tante vite"

Anche il Wwf sostiene un progetto che sa di riscatto

Il Bosco delle Querce è nato da uno dei luoghi più colpiti dalla nube tossica che si sprigionò il 10 luglio 1976 dall’Icmesa

Il Bosco delle Querce è nato da uno dei luoghi più colpiti dalla nube tossica che si sprigionò il 10 luglio 1976 dall’Icmesa

"Il Bosco delle Querce di Seveso e Meda, luogo della Memoria, è un’area protetta del sistema regionale risultata di un intervento di risarcimento ambientale e di compensazione forestale realizzato nell’area maggiormente inquinata dalla nube tossica che si sprigionò il 10 luglio del 1976 dalla fabbrica Icmesa di Meda con il rilascio di una sostanza allora sconosciuta passata alla storia come la Diossina di Seveso", spiega il presidente del WWF Lombardia, Gianni Del Pero.

Quarantotto anni fa l’evento che ha cambiato la storia di Seveso e Meda, ma anche ha modificato radicalmente il modo di gestire le attività a rischio di incidente rilevante in tutto il mondo: "L’esplosione del reattore all’interno della fabbrica Icmesa di Meda causò la fuoriuscita della diossina Tcdd, tetraclorodibenzodiossina – ricorda il presidente del WWF Lombardia e geologo Gianni Del Pero. Le associazioni ambientaliste, a partire dal Wwf Groane-Insubria, che fu fondato proprio a Seveso a seguito dell’incidente industriale del 10 luglio 1976, ammoniscono che ricordare quel giorno è un dovere".

Era un sabato, era circa mezzogiorno e mezza quando nello stabilimento Icmesa di Meda, una fabbrica chimica del gruppo Givaudan Hoffman-La Roche, salta il sistema di controllo di un reattore chimico destinato alla produzione di triclorofenolo. Il reattore esplode e disperde la diossina. "La nuvola di diossina fuoriuscita dall’Icmesa di Meda – ricorda il geologo medese – ha segnato il volto, immagine del dramma, di Stefania Senno, deturpato dalla cloracne e dalla soda caustica, ma ha segnato anche la vita di migliaia di persone che hanno dovuto fare i conti con una tragedia inaspettata che le ha costrette a lasciare le proprie abitazioni e le proprie attività. E alcuni non hanno mai più potuto fare ritorno". "Nel 2010 Time ha classificato l’incidente Icmesa all’ottavo posto tra i peggiori disastri ambientali, Cbs lo ha inserito tra le 12 peggiori catastrofe umane ambientali di sempre. Ma per molti il disastro dell’Icmesa passato alla storia come la Diossina di Seveso, è il più grave della storia dell’umanità. Sui luoghi devastati dall’incidente – prosegue Del Pero – dopo la bonifica della fabbrica Icmesa e la demolizione di tutti gli insediamenti della zona, che ora sono conservati con tutte le suppellettili e gli oggetti più intimi dei residenti di allora in due grandi discariche (che noi chiamiamo appunto le Colline della Memoria) in un’area 43 ettari, di cui 35 nel Comune di Seveso e 8 in quello di Meda è nato ed è cresciuto il Bosco delle Querce, patrimonio forestale restituito al territorio e invito per tutti a ricordare".

Anche per questo motivo, aggiunge il presidente del Wwf, "riteniamo che la candidatura del Parco Naturale Regionale Bosco delle Querce di Seveso e Meda per il Marchio del Patrimonio Europeo sia più che doverosa e ci auguriamo che la Commissione europea lo voglia concedere anche in continuità con i pronunciamenti comunitari scaturiti dall’incidente dell’Icmesa. Tra questi l’importantissima Direttiva Seveso, che è diventata il riferimento normativo a livello per la prevenzione dei rischi industriali e la protezione dell’Ambiente".

Son.Ron.