BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Il gran rifiuto di Nico Acampora: "Un onore, ma non sono un senatore"

Il papà di PizzAut ha detto no alla candidatura offerta da 5 Stelle e Pd: "Non posso lasciare i ragazzi"

Il gran rifiuto di Nico Acampora: "Un onore, ma non sono un senatore"

Il gran rifiuto di Nico Acampora: "Un onore, ma non sono un senatore"

"Non sono un senatore. Nasco e resto uomo di strada, un educatore in quartieri difficili. Questa è stata la mia gavetta e poi i miei ragazzi hanno bisogno di me". Nico Acampora, papà di PizzAut, ha rinunciato a candidarsi a Palazzo Madama per stare accanto ai giovani dipendenti dei locali di Cassina e Monza, autistici che senza il suo progetto non avrebbero mai conquistato l’indipendenza.

I 5 Stelle e il Pd l’hanno corteggiata in segreto, o l’invito a scendere in campo è stato un fulmine a ciel sereno?

"Proprio così: una sorpresa assoluta. Le telefonate sono arrivate da vertici nazionali, persone che non conosco".

Ma erano d’accordo?

"Sì me l’hanno detto esplicitamente. Il mio nome andava bene a tutti: cattolici e laici. Entrambi l’hanno definita una candidatura unitaria, perfetta per il profilo, per il legame con il territorio. E hanno aggiunto altre cose che mi imbarazza riferire".

Non faccia il timido.

"Mi hanno detto che era una scelta di alto livello. Inutile dire che ne sono orgoglioso. Così come dell’idea che abbiano pensato a me per un posto importante. Correre per entrare in Parlamento sarebbe un onore. Ma se avessi vinto sarebbe stato complicato assolvere a un compito coinvolgente come quello".

Politica e PizzAut sono inconciliabili?

"Sì e infatti ho detto sia ai pentastellati e ai dem che al punto in cui sono i ristoranti non posso permettermi di lasciarli. Sarebbe un errore. Del resto ho appena dato le dimissioni dalla giunta di Cernusco sul Naviglio, dove ero vicesindaco e assessore all’Istruzione per le stesse ragioni. Roma per me è troppo lontana. In tutti i sensi".

Eppure non è la prima volta che la tirano in ballo: Pierfrancesco Majorino la voleva al Pirellone in caso di vittoria del centrosinistra.

"Sì è vero e io sono grato a tutti della fiducia che ripongono in me. Ma ripeto è impensabile".

Ha lasciato via libera a Marco Cappato e al rischio che i moderati del Pd lo snobbino.

"Non mi ritengo così essenziale. Prima di declinare la proposta, per serietà, ho chiesto una notte di tempo per pensarci e parlarne con mia moglie. Ma già non dormo pensando alle continue richieste di franchising che arrivano per replicare PizzAut, se ce l’avessi fatta alle urne mi sarei trovato nell’impossibilità di fare bene tutte e due le cose. Così la decisione è arrivata a cuore sereno. Ora posso concentrarmi su come fare ad aprire i nostri locali speciali in Francia, Belgio, Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia. Solo dall’Africa, per ora, non abbiamo avuto richieste".

Come hanno reagito alla novità le famiglie di pizzaioli e camerieri?

"Metà di loro mi ha esortato a raccogliere la sfida, pensando a quanto si potrebbe cambiare dall’interno, l’altra invece a concentrarmi sui tanti giovani che in PizzAut hanno trovato presente e futuro in piena autonomia".