Il deposito nel cuore del Fai Quei vecchi tram da podio

È il secondo sito in Brianza nella classifica del Fondo per l’ambiente italiano. Con 2.334 voti è battuto solo dal Mirabellino, appello per il salvataggio

di Alessandro Crisafulli

Alcuni, di maggiore pregio, sono stati spostati lo scorso luglio verso un deposito milanese, quello di Precotto, per essere salvaguardati ed evitare di finire, ancora una volta, nel mirino di vandali, writers o addirittura piromani: esattamente un anno fa, febbraio 2022, fu trovato del liquido infiammabile dopo l’incendio di alcune carrozze in pieno giorno.

Cinque, per la precisione: una motrice tipo Desio, una littorina Oft, una motrice tipo Oms, e due rimorchi, uno tipo Carovana e uno tipo Costamasnaga. Per alcuni altri è previsto l’ulteriore trasloco. Altri ancora hanno un destino incerto, potrebbero essere dismessi definitivamente. Si tratta dei 42 pezzi più o meno storici contenuti all’interno dell’ex deposito Atm dei tram di Desio. Le cui sorti sono seguite attentamente da molti appassionati del settore: per salvarli, ad esempio, fu attivata una petizione online che raccolse addirittura 50mila nomi e cognomi ("Chiediamo che Atm permetta la conservazione della storia e del ricordo di migliaia di persone che hanno viaggiato e lavorato su questi tram", l’appello dei firmatari). E anche nel 2022 il Deposito è stato inserito nei Luoghi del Cuore da salvare dal Fondo per l’Ambiente Italiano, ottenendo dei buoni riscontri: con 2.334 voti, si è classificato al 124esimo posto complessivo in Italia. Il secondo della provincia di Monza e Brianza, dopo Villa Mirabellino. Un buon risultato, visto che nell’edizione del 2020 si fermò al 465esimo posto con soli 559 voti. La testimonianza che c’è un interesse crescente nei confronti del deposito e dei mezzi custoditi e che custodiva.

Un interesse valorizzato anche dalla proposta di un ingegnere appassionato, Gabriele dell’Oglio, che ha creato un apposito Comitato e ha elaborato una bozza di progetto per trasformare l’area in un museo dei trasporti. In realtà quale sarà il destino dell’area è ancora un grosso punto interrogativo, con Atm (proprietaria del comparto da 31mila metri quadrati che parte dal centro cittadino per allungarsi verso la periferia nord) e Comune che non sembrano avere grossa fretta di arrivare a una soluzione, anche perché piuttosto complessa. "Il destino dell’area è quello di essere riqualificata, ma non si sa ancora con quale tipologia di uso", aveva dichiarato ai tempi del trasloco dei tram Atm. Il deposito fu costruito nel 1926 dalla Stel (Società Trazione Elettrica Lombarda) a servizio della tranvia Milano Carate-Giussano. È rimasto attivo fino al 30 settembre 2011, quando la linea tranviaria è stata sostituita da un servizio di autobus. Il complesso rappresenta un importante esempio di archeologia industriale. Il ministero dei Beni culturali un paio di anni fa ha evidenziato l’interesse culturale del luogo e dei rotabili, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio.