
Valter Cattai, addetto alle vendite di divani aveva lavorato sino all’ultimo momento prima di sentirsi male
Aveva sempre venduto salotti, ora due persone vedranno con i suoi occhi. Valter Cattai aveva lavorato tutta la vita come commerciale nel settore dell’Arredamento, come rappresentante ma anche venditore in esposizioni di famosi centri del mobile della cintura a nord di Milano, come Lissone e, nell’ultimo periodo, a Varedo. Aveva lavorato fino a lunedì 3 febbraio scorso, quando era tornato a casa in anticipo perché aveva la febbre e altri disturbi che facevano pensare a una banale influenza di stagione. Le cose per Valter Cattai, 53 anni, di Giussano, sono però precipitate. Sabato mattina, improvviso, l’infarto. Chiamati i soccorsi, è stato portato all’ospedale di Desio dove purtroppo è deceduto. Una morte che ha lasciato tutti sgomenti.
Tante sono state le persone che hanno reso omaggio a Valter, persona molto socievole e sempre sorridente nell’abitazione nel quartiere residenziale in cui abitava e tantissima è stata la gente intervenuta al suo funerale, alla chiesa di San Francesco. Valter lascia una famiglia numerosa e unita che gli voleva tanto bene. Lascia la mamma Maria Montino, con cui viveva, i fratelli Ivano, Patrizia e Donatella, cognati e nipoti.
Valter era persona conosciuta che amava molto uscire con gli amici, tanti alla zona del Laghetto, con cui amava sedersi a qualche buona tavola, a sorridere e ridere felici in compagnia. Gli piaceva viaggiare, vedere posti nuovi e incontrare nuove persone.
Valter era anche una persona molto generosa, era iscritto all’Aido e aveva dato il proprio assenso alla donazione degli organi dopo la morte al momento del rinnovo della carta d’identità in Comune a Giussano. Quindi al momento del decesso, alla richiesta dei sanitari, i familiari non hanno fatto altro che confermare la volontà di Valter. Anzi, la mamma Maria ci ha tenuto a sottolineare come tutta la sua famiglia sia iscritta all’Aido, convinti della bontà del gesto della donazione. Di fatto, dopo la morte i sanitari hanno potuto così prelevare le sue cornee perché altre due persone potessero tornare a vedere. Le cornee sono state poi trasferite alla Banca degli Occhi di Monza per il successivo “innesto“, entro 8-10 giorni, su due pazienti non vedenti in attesa.
Persone che lo ringrazieranno per tutta la vita, pur senza conoscerne il nome.