CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Gli artisti in giacca e cravatta. L’epopea dell’Isia in Villa Reale celebrata in una grande mostra

Ai Musei civici fino al 28 gennaio la scuola che ha forgiato i protagonisti del made in Italy. In cattedra Arturo Martini e Marino Marini. L’ultimo studente fu Luca Crippa, il papà di Carosello. .

Gli artisti in giacca e cravatta. L’epopea dell’Isia in Villa Reale celebrata in una grande mostra

Gli artisti in giacca e cravatta. L’epopea dell’Isia in Villa Reale celebrata in una grande mostra

Grazie alla cravatta personalizzata Isia, che tutti i visitatori riceveranno alla mostra, sarà possibile rivivere lo spirito dell’epoca e calarsi nella parte degli studenti che ormai un secolo fa - proprio come i giovani artisti creativi che oggi, tatuati e colorati, affollano le aule e i cortili dei campus e degli istituti d’arte, di grafica e design - frequentavano i corsi in Villa Reale. Vestivano in giacca e cravatta gli studenti dell’Isia, desiderosi di intraprendere il loro percorso nel mondo del lavoro, progettando e sperimentando con la stessa passione e dedizione degli aspiranti designer, modellatori 3D e illustratori digitali contemporanei, sebbene con strumenti, tecnologie e tecniche diverse.

Una suggestione che ha ispirato il titolo della mostra “Isia Academy. 1922 - 1943. Quando i designer portavano la cravatta“. Tra immagini d’epoca, opere d’arte e installazioni video, si snoda l’esposizione allestita ai Musei civici (via Teodolinda 4), curata da Chiara Spinnato di Vertigo Syndrome, insieme ad Alberto Crespi. La mostra racconta la storia e i protagonisti di una straordinaria vicenda artistica sviluppatasi alla Villa Reale, dalle Biennali di Arti decorative degli anni ‘20 alle Triennali trasferite a Milano, riferimento per il design europeo e dagli Stati Uniti.

Appuntamento da oggi fino al 28 gennaio, dedicato soprattutto agli studenti che verranno accompagnati dalla narrazione del blogger Rey Sciutto che racconta la mostra alla maniera dei podcast. Accompagna il visitatore nel percorso espositivo suddiviso in sezioni dedicate ai diversi insegnamenti: disegno geometrico, disegno del mobile, ferro battuto, plastica decorativa, decorazione pittorica, figura e copia dal vero, ceramica tecnica dei metalli preziosi, tessitura e ricamo e grafica pubblicitaria.

L’Istituto superiore di Industrie artistiche di Monza nacque nel 1922 per volere di Augusto Osimo, segretario generale della Società Umanitaria di Milano. Dal 1929, con la direzione di Guido Balsamo Stella, la scuola ebbe nuovi programmi e furono chiamati a insegnarvi artisti del calibro di Arturo Martini e Marino Marini, che si succedettero alla cattedra di Plastica decorativa. Crespi ha ricordato il pittore Raffaele De Grada, cui fu affidato l’insegnamento di Copia dal vero, natura morta e paesaggio; al pittore Pio Semeghini fu affidata la cattedra di Figura; mentre gli artefici del ferro battuto furono Alessandro Mazzucotelli, Gino Manara e Nino Vergerio. Il maestro Marcello Nizzoli insegnava Grafica pubblicitaria, Ugo Zovetti Tecniche grafiche Ugo Zovetti e Aldo Salvadori Composizione.

Erano tutti professionisti prestati all’insegnamento, come gli architetti razionalisti milanesi che insegnarono negli anni ‘30. "L’Isia – sintetizza Crespi – è stata un investimento straordinario in istruzione all’avanguardia con i tempi. Gli studenti entravano a 13 anni e uscivano a 20 o 22, professionisti formati". Le aziende andavano a cercare i professionisti a scuola. Nel 1936, alla sesta Triennale, ormai spostata a Milano, si aggirava un imprenditore, Adriano Olivetti a caccia di idee e di giovani freschi di studi. E fu così che dall’Isia assunse Costantino Livorio grafico e Giovanni Pintori, che dal 1936 al 1967 ha raccontato con i suoi manifesti tutta l’evoluzione della nota azienda di macchine da scrivere. Tante le storie dei giovani che studiavano all’Isia di Monza.

L’ultimo studente è stato Luca Crippa, che nel 1943, quando i tedeschi fecero irruzione nella Villa Reale per poi chiudere la scuola, riuscì a salvare dagli armadi 140 disegni di numerosi studenti, nel 2001 donati ai Musei civici. In seguito, Luca Crippa divenne uno dei primi sceneggiatori della Rai e padre del celeberrimo siparietto di Carosello. Docenti e studenti dell’Isia venivano da tutta Italia e molti dormivano nella dependance della Villa Reale. I ragazzi crescevano con i loro docenti e uscivano ceramisti, grafici, artigiani del ferro battuto. "Questa mostra – osserva il sindaco Paolo Pilotto – è un tributo all’ ’artigenialità’ della nostra terra, dove è nato, talvolta in forma inconsapevole quel connubio tra artigianato ed estro creativo che è il design".