"Basta cemento in Brianza!". Gli ambientalisti fanno sentire forte la loro voce, dopo gli ultimi allarmanti dati del report di Ispra. "Dai dati relativi alla provincia di Monza Brianza, emerge in maniera inequivocabile che a Giussano nel 2023 sono stati cementificati quasi 5 ettari (4,92 per la precisione), che è come dire che è sparita una superficie di terreno naturale pari a ben 7 campi di calcio di serie A – denuncia Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente Ilaria Alpi –. Siamo in presenza di una pesante cementificazione operata sul territorio comunale. Non sappiamo se il dato tenga conto della costruzione del nuovo centro di cottura a confine con Arosio, che il nostro Circolo ha più volte contestato. Quello che rileviamo – prosegue nel comunicato –, è che l’attuale e le passate amministrazioni comunali succedutesi a Giussano hanno fatto pessime scelte urbanistiche". L’associazione rileva poi con preoccupazione anche il dato dei 4,34 ettari cementificati a Carate, e del 71,43% di cementificazione di Lissone, che "con i suoi oltre due terzi di territorio impermeabilizzato è il peggior Comune della Lombardia", così come Monza e Brianza "la provincia più cementificata d’Italia".
"I dati che emergono dal Rapporto Ispra danno ancora una volta la Brianza monzese come uno dei territori dove si è sversato più cemento, consumando suolo verde, una risorsa non rinnovabile e fondamentale per l’ambiente, la natura, l’agricoltura, la salubrità dell’aria", continua accorato Fumagalli. Poi il riferimento a una nuova opera che preoccupa, Pedemontana: "Una nuova arteria stradale che determinerà un ulteriore e pesantissimo consumo di suolo, interessando alcune delle ultime aree verdi rimaste nel territorio". L’appello del Circolo Ilaria Alpi è quello di "fermare tutti i piani urbanistici e viabilistici, passando a Piani di Governo del territorio a consumo di suolo zero", analogamente a quanto si sta impegnando a chiedere a Monza Legambiente. "Noi come coordinamento di comitati cittadini stiamo continuando a combattere il consumo di suolo – dichiara Anna Da Re, presidente di Legambiente Monza –. Bisogna limitare le costruzioni e cercare di realizzarle solo nelle aree dismesse, che sono tante, penso per esempio all’ex Macello. C’è un’esigenza abitativa ultimamente in crescita a Milano e a cascata in Brianza, ma bisogna cercare di risponderle senza la facile soluzione del consumo di suolo".
"Si può fare – continua l’ambientalista – spendendo qualcosa di più, ma che poi torna indietro in termini di resa, perché con più verde hai un territorio più resiliente dal punto di vista climatico. Sono scelte non popolari da fare a volte, ma a cui la politica non si può sottrarre in questo delicato frangente storico".
A.S.