La fabbrica del bitume chiude, per Concorezzo, Agrate e Brugherio "è la fine di un incubo". Cala il sipario su Asfalti Brianza, che per cinque anni ha tolto il sonno a cittadini e comuni. Ma le prime segnalazioni dei comitati erano cominciate 10 anni fa. È l’azienda a ritirarsi dal duello per cessata attività, ma ci sono strascichi in tribunale, le tre città si sono costituite parte civile nel processo che si celebra a Monza in cui la proprietà deve rispondere di traffico illecito di rifiuti. Poi c’è l’incognita sul futuro che passerà "dalla bonifica del sito", dice il sindaco di Concorezzo Mauro Capitanio. Per lui la vicenda "è un caso di studio delle relazioni fra istituzioni che hanno portato al risultato. Le imprese sono importanti e lo sviluppo pure ma non se c’è in gioco la salute dei cittadini". Il senso della battaglia è tutto qui. "Quei bruciori agli occhi e alla gola e le finestre chiuse d’estate per non soffocare", ricorda Capitanio che più d’una volta monitorò di persona in piena notte le puzze a Sant’Albino. "Mettiamo la parola fine a un capitolo che ha visto in campo tante forze sotto la regia della prefettura. Il traguardo è frutto di un lavoro di squadra che mette fine a una vicenda che fra impatto ambientale e aspetti giudiziari andava avanti dal 2019". Per il sindaco "il messaggio importante è che accanto alle autorità c’è sempre stata anche la voce dei cittadini, l’ascolto del territorio è stato fondamentale". In tribunale il caso andrà avanti. "Oltre al giudizio in corso c’è il tema del danno di immagine dei comuni, noi, Agrate e Brugherio e la pulizia, dopo il sequestro del sito l’azienda si era impegnata a risanare, verificheremo con scrupolo". L’epilogo porta con sé un altro tema, "il futuro dell’area sul quale non abbasseremo la guardia". Per Francesco Facciuto, capogruppo della Rondine, all’opposizione, che ha avuto un ruolo importante nella vicenda "cala il sipario su una battaglia portata avanti per difendere la salute di migliaia di abitanti". Il consigliere ricorda anche che tutto cominciò con "l’autorizzazione per un nuovo bruciatore concesso da Capitanio con un’ordinanza subito dopo il suo insediamento.
Da qui in poi dovremo vigilare sul post Asfalti Brianza". Fra le tappe salienti del braccio di ferro con le istituzioni, i sigilli apposti nel 2019 con una montagna di rifiuti non autorizzati stoccati all’interno del perimetro aziendale e la riduzione dell’orario da 8 a 4 ore e mezzo al giorno di lavorazione e il ruolo della provincia che da luglio 2020 ha portato allo stop del bitumificio.