di Barbara Calderola
Girava su un motorino rubato, con un coltello di dieci centimetri nascosto sotto la sella e con un pacchetto di hascisc da 80 grammi. Qualunque fosse la sua meta, però, non l’ha mai raggiunta.
Il disoccupato di 19 anni alla guida dello scooter è stato fermato, durante un controllo di routine, dai carabinieri della stazione di Vimercate.
I militari lo individuano intorno alle 20, lungo le strade di Oreno. All’alt, il giovane si blocca. Ma ha paura: si vede che è nervoso, che vorrebbe accelerare le operazioni e andarsene.
È questo a fare scattare l’interesse degli uomini dell’Arma, che hanno sviluppato l’occhio clinico per le situazioni anomale. E comincia così una verifica più approfondita.
La perquisizione del ragazzo e del ciclomotore danno subito risultati. Nel vano interno spunta il pacchetto di hascisc, ma anche la lama. Dalla tasca, invece, escono 60 euro in contanti che per i carabinieri sono evidentemente l’incasso delle attività di pusher con cui il diciannovenne senza lavoro arrotondava.
A metterlo nei guai, anche il mezzo su cui viaggiava: una rapida verifica nella banca dati ha infatti svelato che il motorino era stato razziato poche ore prima, vicino al parco Sottocasa, nel centro della città. E così lo scooter è stato riconsegnato subito al proprietario, che aveva sporto denuncia, mentre sono scattati i controlli anche nella casa dove il diciannovenne vive.
E dai cassetti sono usciti altri 40 grammi di hascisc, altri 180 euro in contanti e tutto il kit del perfetto spacciatore: bilancino elettronico per tagliare le dosi e tutto quello che serviva per confezionarle, cellophane e attrezzi del mestiere, in casa c’era un laboratorio ben organizzato. Complessivamente 120 dosi da vendere. Il disoccupato, a quel punto, si è trovato con le manette e un’accusa di detenzione di droga al fine di spaccio, porto di coltello vietato e ricettazione.
Dalla caserma, però, non è passato al carcere, ma di nuovo a casa, ai domiciliari. Ieri mattina, l’udienza davanti al giudice di Monza che, in attesa del processo, l’ha liberato con l’obbligo di firma quotidiano in caserma.
Resta aperta la questione del giro, i clienti habitué e occasionali ai quali vendeva gli stupefacenti. L’attività gli rendeva abbastanza da non cercarsi un posto fisso. Nelle statistiche sarebbe un Neet, un giovane che non studia e che non punta al lavoro.