Divisi sull’antifascismo. In Consiglio volano gli stracci

Polemica fra Monguzzi (FdI) e Spedo (LabMonza)

Divisi sull’antifascismo. In Consiglio volano gli stracci

Divisi sull’antifascismo. In Consiglio volano gli stracci

Volano gli stracci in Consiglio comunale sul tema antifascismo. Nell’ultima seduta si è riacceso il dibattito, dopo l’intervento del consigliere di FdI Marco Monguzzi (in foto). "La presidente Meloni sarebbe rea di non aver pronunciato la parola “antifascismo“ – esordisce il consigliere –. Tante formazioni partigiane furono autonome, già all’epoca guardate con sospetto dai Gruppi armati proletari, i Gap, responsabili per esempio dell’eccidio di Porzûs. I cosiddetti “fazzoletti verdi“ volevano farsi chiamare patrioti e non partigiani, definendosi di destra o di centro, proprio per non confondersi con coloro che sul confine orientale erano sotto il comando dei comunisti sloveni, tra uccisioni sommarie e infoibamenti. Non basta dirsi antifascisti per difendere la democrazia: occorre dirsi antitotalitari".

Dura la risposta del consigliere di LabMonza Lorenzo Spedo: "La necessità di definirsi antifascisti il 25 aprile è dovuta al fatto che è la Festa della liberazione dal nazifascismo, qualcosa che è successo in Italia, per cui abbiano istituito un giorno. Non basta essere contro i totalitarismi. E se poi il fascismo è un totalitarismo, qual è la difficoltà nel definirsi antifascisti? Questo è il punto dove si incaglia il senso di un intervento veramente schifoso che mi è toccato di sentire". In controreplica Monguzzi definisce "maleducati" i termini del collega. A.S.