Diecimila metalmeccanici ora timbrano in salotto

Lo smart working è ormai adottato da un impiegato del settore su quattro. L’impresa risparmia sui costi e il dipendente concilia meglio attività e famiglia

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di Barbara Calderola

La Brianza che produce sperimenta nuovi modelli.

A innescare il cambiamento, la crisi internazionale e la ricerca di formule per attenuarne gli effetti, ora è la transizione ecologica e prima ancora è stata la pandemia.

Risultato: "Il nostro modo di lavorare sta cambiando – dice Pietro Occhiuto, segretario della Fiom-Cgil Brianza – insieme alla nostra vita".

È cominciato tutto con il virus e lo smartworking, l’ancora di salvezza dopo "le chiusure severe imposte dal virus" e ora i numeri sono tutt’altro che trascurabili. "Gli accordi in provincia sul lavoro agile oggi coinvolgono 1 metalmeccanico su 4, 10mila addetti su 40mila, naturalmente si tratta di impiegati".

"Abbiamo chiuso intese importanti con i colossi, penso a St, la firma riguarda 3mila persone". Gli accordi collettivi sui quali battono i sindacati scongiurano "i rischi dell’home-working", perché "il lavoro in remoto non può essere il semplice spostamento a casa di attività che prima si svolgevano in azienda – è la preoccupazione –. Il primo problema da scongiurare è il rischio di prolungare l’impegno senza orario, piaga molto diffusa all’inizio".

Bisogna poi vigilare sulla necessità che "l’azienda fornisca gli strumenti necessari, circostanza che non sempre si è verificata". Al contrario "un buon patto prevede paletti precisi: dalla sicurezza alla privacy, dalle modalità di controllo al diritto alla disconnessione, in modo che il lavoratore non sia sempre collegato e allo stesso tempo possa gestire con una certa flessibilità la propria prestazione".

Se regolamentato, lo smartworking "offre vantaggi a tutti: alle imprese che riescono a ridurre i costi e mai come in questo momento con il caro energia che morde se ne sente la necessità, e ai dipendenti che possono conciliare meglio lavoro e famiglia".

I benefici per il sindacato si estendono anche alla collettività, visto che "con la riduzione degli spostamenti si tagliano inquinamento e traffico".

"Tutti elementi che abbiamo affinato dallo scoppio della crisi sanitaria, all’inizio c’era totale assenza di criteri – ricorda il sindacalista –. Abbiamo sempre insistito per colmare la lacuna". Fra i primi punti da chiarire quando si tratta, "l’equivalenza dell’aspetto economico fra chi è in remoto e chi è in presenza. Un concetto esteso a eventuali benefit".

Ci sono intese che prevedono anche un sistema misto: il rientro in ufficio in alcuni giorni della settimana.