
Vaccinazione
Vimercate (Monza e Brianza) - La quarta battaglia contro il Covid è quasi dietro alle spalle e i numeri pesano come macigni. A Vimercate si prova a riavvolgere il nastro di una crisi che ha cambiato faccia a tutto: ai reparti, agli ambulatori, al rapporto medico-paziente, "ma nulla sarà più come prima", avverte la direzione.
Non solo perché adesso per entrare qui c’è da superare un check-point, inimmaginabile fino a due anni fa, "ma perché siamo cambiati noi". Da questi letti sono passati 4.500 contagiati. Non ce l’hanno fatta in 600. Uno dei primi ad andarsene è stato Oscar Ros, il medico 62enne in servizio alla direzione generale, uno choc per centinaia di colleghi che hanno combattuto la propria battaglia personale contro il virus pure da contagiati. Sempre alla prima ondata risale anche la perdita di Luca Gerlinzani, 49 anni, assessore a Cornate. Un altro strappo nei primi mesi della pandemia che ha trasformato le corsie in trincee, quando le mascherine non c’erano ancora. Una lotta quasi a mani nude, cambiata con l’arrivo dei vaccini a fine dicembre, ma le prime massicce forniture risalgono a marzo 2021, come l’avvio della campagna a tappeto senza precedenti. L’immagine simbolo di Adele Morosati, la pittrice ex professoressa di francese, 96 anni, che fa la puntura davanti ai flash dei fotografi: "Una liberazione", raccontò dopo mesi di isolamento.
Ora il nuovo tentativo di ritorno alla normalità "per curare tutti gli altri problemi", ricorda Guido Grignaffini, direttore socio-sanitario dell’Asst e regista della macchina contro Sars-Cov 2. L’Azienda ha registrato anche un cambio al vertice durante la crisi sanitaria, a Nunzio Del Sorbo che ha fatto fronte al primo attacco dell’infezione è subentrato Marco Trivelli, ma la strategia è rimasta la stessa: correre per non lasciare indietro nessuno. Cioè recuperare malati e malattie che il Covid ha congelato. Ora, al pronto soccorso gli accessi sono di nuovo 200 al giorno, in sala operatoria si corre per concludere 40 interventi quotidiani, la media di prima, mentre gli specialisti di tutte le branche vedono 75mila persone al mese. Sono i numeri "normali" del colosso sanitario che nei cinque presidi (nel novero Giussano e Seregno), tre ospedali, Vimercate, Desio e Carate, 15 poliambulatori e 50 strutture sparse sul territorio, schiera 3.539 dipendenti che fatturano 385milioni l’anno. Un tran tran sconvolto dal virus venuto dalla Cina che si prova a ricostruire.