Treno deragliato a Carnate: slitta la perizia

Uno dei tecnici incaricati è in quarantena per il Covid-19. Si deve stabilire perché il treno partì mentre era fermo senza nessuno a bordo

Il treno deragliato a Carnate

Il treno deragliato a Carnate

Carnate (Monza Brianza), 28 novembre 2020 - Il coronavirus blocca la perizia sul deragliamento del treno a Carnate. Doveva essere depositata a metà novembre la consulenza tecnica disposta dalla Procura di Monza per fare luce sulla vicenda del treno regionale di Trenord, ripartito da solo il 19 agosto scorso dalla stazione di Paderno-Robbiate mentre il macchinista e il capotreno erano a fare una pausa al bar e fatto deragliare dopo una corsa di 10 chilometri su un binario morto. Ma uno dei periti è in quarantena a causa del Covid-19 e quindi ha dovuto sospendere i suoi accertamenti.

La consulenza dovrà ricostruire la dinamica della vicenda e dare una risposta a tante domande, tra cui se sia possibile che il sistema frenante sia stato azionato ma non sia entrato in funzione e se sia stata una inusuale pendenza della linea ferroviaria a fare muovere la locomotrice ferma insieme ai vagoni. I due indagati di disastro ferroviario colposo sono già stati interrogati alla Procura di Monza. Davanti al procuratore monzese Claudio Gittardi e al pm Michele Trianni titolare del fascicolo penale, il macchinista si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha parlato invece il capotreno, sostenendo che era nelle sue facoltà allontanarsi dal treno dopo lo stazionamento in seguito all’azionamento del sistema frenante, accorgimento che non spettava a lui ma al macchinista inserire. Il capotreno ha negato di avere notato che il collega compisse alcuna manovra anomala che gli abbia fatto presagire quello che dopo è accaduto.

Per questo motivo entrambi si sono, a dire del capotreno legittimamente, allontanati per approfittare della mezz’ora in cui la locomotiva e i convogli attaccati restano fermi prima di rimettere il treno in moto per andare a prendersi qualcosa da mangiare e bere al bar poco distante. I magistrati hanno iscritto sul registro degli indagati il macchinista perché, secondo una prima ricostruzione della Polizia ferroviaria di Milano, non avrebbe azionato il freno della locomotrice prima di allontanarsi per il previsto stazionamento del treno.

Almeno così risulta dall’esame eseguito sulla ‘scatola nera’ del treno, dove questa manovra non risulta tra quelle eseguite. Il capotreno è invece accusato di essersi allontanato dal treno mentre il regolamento ferroviario prevede che lui rimanga presente per la mezz’ora di stazionamento prima della ripartenza proprio per evitare disguidi.