BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Carate e Seregno, si ammalano di Covid in ospedale

Nove pazienti a Carate e Seregno: l’ipotesi è che siano entrati già contagiati nonostante l’assenza di sintomi

Una terapia intensiva

Carate (Monza e Brianza), 17 febbraio 2021 - Il quarto e il quinto piano erano puliti da quasi due mesi. Invece, adesso, i malati Covid tornano in corsia a Carate: sei casi qui e tre a Seregno, nove in tutto, sono come una bomba a questo punto della pandemia sull’Asst Brianza, con la curva che non scende e le varianti in circolazione.

«Si tratta di degenti che si trovavano in ospedale per altri motivi", precisa l’Azienda, che ha avviato un’indagine per risalire all’origine del contagio. Ma è quasi certo che "covassero prima di essere trasferiti in reparto". Nessun sintomo, quindi, al momento dell’accettazione, che è avvenuta per tutti come da procedura. Febbre, tosse, dolori e il quadro tipico del virus hanno cominciato a manifestarsi solo qualche giorno dopo, richiamando subito l’attenzione.

I tamponi hanno confermato i sospetti: positivi. Una doccia fredda. Per tutti si profila il trasferimento a Vimercate, dove altre 70 persone combattono ancora contro il Sars-Cov 2 e dove da più di otto settimane si accoglie chi arriva dalle altre strutture aziendali. Stesso copione a Seregno e quasi pure gli stessi numeri, stesso destino anche per le persone coinvolte: il trasloco in via Cosma e Damiano, appena possibile. È questo il pilastro della strategia aziendale per il ritorno alla normalità: concentrare i casi di polmonite nei due poli di Desio e Vimercate. La speranza che i numeri calassero anche lì si è scontrata però con la realtà: i pazienti sono sempre abbondantemente oltre il centinaio.

Il modello della solidarietà fra strutture era già stato sperimentato a giugno, quando Carate aveva potuto chiudere con la prima ondata mantenendo otto camere singole per chi arrivava in urgenza e attendeva il test per escludere l’infezione, oppure scovarla. Un reparto cuscinetto che ha fatto marciare in parallelo routine e il nemico che si è portato via 430 vite nell’Asst da marzo. Ma adesso l’imprevisto – tampone negativo all’arrivo ma il contagio c’era – ha costretto tutti a fare i conti con l’eccezione. Un’altra prova per il sistema che si è occupato in questi mesi di più di 2mila malati con punte di 250 al giorno. Numeri che si teme possano tornare a scandire la quotidianità: il rischio di una terza ondata sembra sempre più concreto.