Il questore di Monza ringrazia i carabinieri "per l’impegno quotidiano contro la violenza sulle donne" e ricorda che "il cambiamento deve essere anche culturale".
Ieri, a Vimercate, Salvatore Barilaro ha marciato insieme ai sindaci della zona, al presidente della provincia Luca Santambrogio e alle associazioni a “Non una di più“, il corteo di Agende rosse per "dire basta a un fenomeno odioso".
Seconda edizione per l’appuntamento nel centro storico di Vimercate, ma ancora più sentita dopo lo stupro della barista, a luglio. Uno choc per tutti, contro il quale si è levata una voce unanime: "No alla barbarie". Hanno sfilano anche gli studenti, protagonisti dell’evento, insieme a Piera Aiello, la testimone di giustizia che da 30 anni si batte contro la mafia.
È lei che ha incitato i ragazzi "a mettere da parte i cellulari per parlare di più con i genitori e gli amici".
Una prima lezione di educazione alle relazioni per evitare soprusi e femminicidi che non accennano a fermarsi come raccontano gli ultimi, terribili fatti di cronaca.
"La brutalità non ha giustificazione, è vile prevaricazione di una persona su un’altra", le parole degli organizzatori, più attuali che mai anche alla luce dell’arresto del marito violento di Agrate, l’altro ieri.
La marcia è un modo "per dire no a tutto questo", per le istituzioni la richiesta "di più attenzione, più giustizia, più prevenzione di lutti e vessazioni", ma anche per lanciare un messaggio d’amore e speranza: "Occorre investire sull’educazione a rapporti sani, al rispetto del ruolo della donna e dell’altro".
E per chi vive il dramma, "l’invito a interrompere la spirale della sopraffazione". Un evento nato da episodi sempre più pesanti che vuole incidere sul fenomeno e spronare "a non voltarsi dall’altra parte". In marcia uno accanto all’altro dalla parte di mogli e compagne costrette a vivere un inferno.
Bar.Cal.