Bancarotta e truffa: dal Veneto alla Lombardia fallimenti pilotati. Arrestata avvocatessa

La donna, 64 anni, è ai domiciliari in Brianza. Sequestrati complessivamente 1.790.689 euro agli indagati

Guardia di finanza (Foto di repertorio)

Guardia di finanza (Foto di repertorio)

Monza, 13 gennaio 2023  - Dal Veneto alla Lombardia una serie di fallimenti pilotati per incassare soldi veri e una avvocatesse residente in Brianza ai domiciliari. L'accusa, a vario titolo, per sei persone è di associazione per delinquere, bancarotta, autoriciclaggio, truffa ed esercizio abusivo dell'attività bancaria.

La Guardia di finanza di Rovigo ha eseguito sei misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari del tribunale. È stata arrestata anche un'avvocatessa. Sono stati sequestrati complessivamente 1.790.689 euro agli indagati.

Tutto è iniziato con il fallimento depositato il 3 luglio 2019 della Lavorazioni meccaniche Occhiobello Srl in liquidazione: grazie alla segnalazioni alla Procura del curatore fallimentare incaricato dal tribunale di Rovigo è stato scoperto un giro di aziende "decotte" che venivano fatte fallire creando illeciti proventi dagli indagati. Gli arrestati sono un imprenditore di 60 anni di Imperia, residente in provincia di Parma, che è in custodia cautelare in carcere, un'avvocatessa di 64 anni di Teramo residente in provincia di Monza Brianza e un sedicente promotore finanziario, non iscritto all'albo, di 44 anni, torinese, residente in provincia di Asti, entrambi ai domiciliari.

Gran parte deiricavi venivano dirottati sui conti di due associazioni senza fini di lucro che ricoprivano la funzione di vere e proprie banche. Tramite queste personalità giuridiche, che sfuggivano ai normali controlli della Banca di Italia, gli indagati svolgevano una vera e propria attività creditizia, aprendo conti nominativi nei confronti di persone accuratamente selezionate (in difficoltà economiche, che non facevano storie e che avevano necessità di schermare i propri conti) ed erogando prestiti; unica condizione l'adesione all'associazione previo versamento della quota associativa di almeno 500 euro. 

Le indagini hanno poi permesso di ricostruire diverse truffe messe in atto dall'organizzazione: uno degli indagati si presentava, di volta in volta, come ingegnere, avvocato o comunque persona distinta a imprenditori che erano intenzionati ad acquistare le macchine della fallita società di Occhiobello, e da quella a questa subentrata, destinate a produrre mascherine chirurgiche particolarmente ricercate durate l'emergenza Covid. L'organizzazione gliele vendeva prendendo i pagamenti e consegnando macchinari inservibili. Quando, invece, il truffato cercava di ribellarsi, sarebbe entrata in gioco, secondo l'accusa, l'avvocatessa arrestata che metteva in atto una vera e propria azione intimidatoria, producendo addirittura istanze di fallimento nei confronti delle società malcapitate ovvero denunce per estorsione, denunce per calunnia e richieste di azioni disciplinari all'Ordine degli avvocati nei confronti dei legali delle controparti.

Gli altri indagati sono un 53 enne di Pavia, un 47 enne di Cremona e un 55 enne di Arezzo, gravati da misure legate all'esercizio della professione. Erano di fatto tre prestanomi. Le perquisizioni a carico degli indagati sono state 15 e sono stati esaminati 70 conti correnti. Le località interessante sono undici: Occhiobello (Rovigo), Imperia, Cavriglia (Arezzo), Crema (Cremona), Canelli (Asti), Taggia (Imperia), Blevio (Como), Firenze, Pavia, Giussano /Brianza) e Fontanellato (Parma).