Monza, ecco l'associazione 'Salvagente': "Vi spieghiamo come salvare i bambini"

Seggiolini in auto, disostruzione pediatrica, vaccini: ne parla Mirko Damasco

Seggiolini per bambini

Seggiolini per bambini

Monza, 21 marzo 2019 - Nel 2017, 25 bambini sono morti in un incidente stradale. Molti di loro non erano legati in maniera corretta al seggiolino. Dati Istat. Nel 2017 soltanto il 47% dei bambini viaggiava legato in modo corretto al seggiolino dell'auto. Una percentuale che al Nord sale al 60, ma che al Sud precipita al 17.

Succede anche qui, a Monza nel 2017 un bimbo sudamericano di appena 14 giorni trovò la morte sbalzato dalle braccia della madre quando l'auto del papà impattò contro uno spartitraffico. “Terribile, ricordo bene quell'episodio. Il problema riguarda tutta l'Italia. Anche a Monza, se ti metti davanti a un asilo o a una scuola elementare, inorridisci a vedere quanti bambini non vengano adeguatamente legati”. A parlare così è Mirko Damasco. Classe 1979, moglie, due figli, un passato in Croce Rossa (fu Commissario e presidente), si è inventato un'associazione di promozione sociale che si occupa di salvare bambini. O meglio, di insegnare agli adulti come fare.

Si chiama “Salvagente", è nata nel 2013 e gira il Paese con i suoi corsi e le sue campagne per insegnare a genitori, nonni, zii, insegnanti come comportarsi.

Perché?

“Questa associazione è nata per rispondere a un'esigenza: in Italia purtroppo un po’ per mancanza di cultura della sicurezza e un po’ per vuoto legislativo i genitori spesso non hanno le informazioni necessarie per intervenire e prevenire, manca uno strumento scientifico alla base affidabile”.

Voi provate a fornirlo.

“E i risultati sono confortanti: siamo solo un piccolo tassello, ma oggi abbiamo sedi a Monza, dove siamo in una quarantina di persone, a Milano, Bergamo, Follonica, Rimini, Genova e Roma. Stiamo crescendo”.

Che dimensioni ha il problema?

“In Italia ogni anno muoiono 500 bambini per cause prevedibili o comunque sulle quali sarebbe possibile intervenire. Diciamo sempre che occorrono delle linee guida a cui attenersi indicate comunità scientifica, in giro ci sono troppe informazioni contraddittorie e improvvisazione”.

Da dove avete iniziato?

“Dalla disostruzione pediatrica. Insegniamo le manovre da adottare quando un bambino rischia di rimanere soffocato da qualcosa che inala, sia mentre mangia che mentre gioca”.

Con le manovre di disostruzione invece si possono salvare?

“Abbiamo la possibilità di raggiungere una mortalità prossima allo zero: quando il bambino comincia a soffocare abbiamo un minuto e mezzo per intervenire e l’unico modo corretto è fare una manovra di disostruzione”.

Sempre?

“Tranne che per i neonati: il rigurgito da latte va lasciato risolvere da sé, guai a intervenire con le manovre. Quello che sembra soffocamento in realtà è un naturale meccanismo di protezione del bambino”.

Tutti o quasi dovrebbero conoscere le manovre...

“Servono leggi e un cambio culturale, chi ha un bambino deve sapere come intervenire. Stiamo proponendo una petizione che porti a una legge specifica, dal Senato ci hanno già chiamato per saperne di più.

Chiediamo l'attuazione di 4 punti: 1) la disostruzione va insegnata già ai corsi pre-parto; 2) bisogna imparare il primo soccorso a scuola guida; 3) chi lavora coi bambini deve conoscerle, la disostruzione deve essere obbligatoria nel percorso di studi di docenti, infermieri, maestre d'asilo; 4) e infine il primo soccorso dovrebbe essere obbligatorio a scuola: se soltanto ci fermassimo a quest'ultimo punto, fra una generazione associazioni come la nostra diventerebbero inutili”.

Non finisce qui.

“C’è anche il tema degli incidenti domestici, vedi cosa è accaduto qualche giorno fa a Seregno, dove un bambino è finito in ospedale dopo aver bevuto detersivo. Ogni anno in Italia si contano 610mila ricoveri ospedalieri per incidenti domestici: si può e si deve prevenire”.

Torniamo al tema dell'auto: perché tanti genitori non legano il figlio al seggiolino?

“Genitori incoscienti? Non sempre. Il problema è a monte: manca una percezione del pericolo e una cultura della sicurezza. Troppi adulti hanno comportamenti errati: non si legano con la cintura quando viaggiano sul sedile posteriore, non mettono il casco in bicicletta, passano con il semaforo rosso... Serve l'esempio: i bambini ci guardano e imparano da te che adulto diventeranno domani”.

Spesso orientarsi con i seggiolini è difficile... le norme continuano a cambiare.

“Esistono due normative, per altezza o per peso del bambino, e vanno bene entrambe. Piuttosto, il consiglio che do è di studiare prima di acquistare un seggiolino, non basta che sia omologato... perché l’omologazione spesso risponde a criteri insufficienti: ad esempio, i crash test ufficiali vengono fatti simulando un urto a 50 km/h, una velocità troppo bassa, la media per un incidente è fra i 60 e i 70 km/h”.

Come fare a orientarsi?

“L'omologazione ufficiale non prevede un controllo sui materiali utilizzati o sulla facilità di installazione dei seggiolini, insomma non dovrebbe servire una laurea ingegneria per montarli. La polizia stradale spesso dice che si imbatte in bambini legati correttamente al seggiolino, ma è il seggiolino paradossalmente a non essere stato montato in maniera corretta”.

Cosa fare allora?

“Meglio allora tenere in considerazione crash test indipendenti. Ci sono enti indipendenti come l'ADAC, l’automobile club tedesco, oppure i consumatori del Canton Ticino e in Italia Altroconsumo: i loro crash test sono più sicuri, fatti a una velocità più rispondente al vero. E soprattutto questi enti spiegano ad esempio quali sono i seggiolini più sconsigliati”.

Un bambino senza cintura a 50 all'ora diventa un proiettile di 250 chili...

“O come dico io, è come cadere dal settimo piano: impossibile salvarsi”.

Le norme base?

“Mai viaggiare davanti, questo è il principio che si tenta di seguire per i bambini in auto”.

E le mamme? Spesso dicono che non sono tranquille non vedono il figlio piccolo sul sedile posteriore...

“Guardare il figlio, se si è al volante, equivale a guidare guardando il cellulare. Il rigurgito non uccide i bambini, viaggiare davanti o girarsi a guardarlo mentre si guida invece sì”.

Non si possono fare eccezioni neppure quando il tragitto è particolarmente breve?

“I tragitti brevi sono i più pericolosi, gli incidenti accadono soprattutto lì”.

La cronaca racconta di bambini dimenticati in auto... una tragedia che sconvolge.

“Dal 1° luglio se ci sono bambini sotto i 4 anni di età a bordo bisognerà viaggiare obbligatoriamente con sensori anti-abbandono. Anche se a mio parere il sensore dovrebbe essere in macchina, e non sul seggiolino”

Quattro anni di età, non è troppo?

“Credo anch'io che un anno basterebbe, la differenza la fa se il bambino è in grado o meno di parlare... Meglio comunque una legge discutibile che non averne nessuna”.

Intanto sui taxi i seggiolini per trasportare i bambini non sono obbligatori.

“E' scandaloso che non ci sia una legge che li impone anche a loro seggiolini, andrebbe reso obbligatorio”.

Vi occupate anche di campagne a favore dei vaccini.

“Facciamo degli incontri, spesso i genitori hanno semplicemnete bisogno di chiarezza e di risposte alle loro domande. Sbagliato avere un atteggiamento aggressivo, non convincerà mai un potenziale no-vax”.

Si torna sempre al tema sicurezza.

“Bisogna investire in cultura della sicurezza, bisogna crescere generazioni informate per interrompere questa spirale”.