Caso Antonini, auto vendute ma mai consegnate: a marzo rinvii a giudizio e processo

Truffa del concessionario: rito abbreviato per i due fratelli Antonini, già condannati per bancarotta . Gli imputati minori, fra cui 5 venditori consapevoli del raggiro, andranno invece in dibattimento

Concessionaria fallita una volta che il saldo è arrivato sui conti correnti

Concessionaria fallita una volta che il saldo è arrivato sui conti correnti

di Stefania Totaro

Rinviati a giudizio gli imputati minori per le vetture vendute ma mai consegnate ai clienti nell’inchiesta che ha visto al centro l’autosalone Antonini di Varedo. Mentre i due fratelli Antonini e i collaboratori più stretti chiedono di essere giudicati con il rito abbreviato, che prevede uno ‘sconto’ di un terzo della pena in caso di condanna.

Ha finito per sdoppiarsi il fascicolo penale per la presunta colossale truffa all’udienza preliminare davanti alla giudice del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti, che ieri ha mandato a dibattimento al Tribunale di Monza il 17 marzo una parte degli imputati, mentre pochi giorni prima, l’8 marzo, si aprirà la discussione del processo col rito abbreviato. Erano complessivamente 9 gli imputati per cui il pm Vincenzo Fiorillo ha chiesto il rinvio a giudizio. Di associazione per delinquere e truffa devono rispondere i fratelli Giuseppe e Mauro Antonini, ritenuti gli amministratori di fatto della società, arrestati nel 2019 per bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita, oltre all’amministratore di diritto della società e anche 5 venditori che quindi, secondo il pm, erano consapevoli che dietro la vendita delle vetture ci sarebbe stato un raggiro. L’amministratore di diritto deve inoltre rispondere di bancarotta, mentre nei confronti della moglie di uno degli Antonini esiste un’ipotesi di riciclaggio di denaro di presunta provenienza illecita. Giuseppe e Mauro Antonini, eredi dello storico commerciante multimarche di auto di Varedo, sono già stati condannati in primo grado col rito abbreviato al Tribunale di Monza per bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita a 4 anni di reclusione e al risarcimento dei danni al fallimento della società dell’autosalone, con una provvisionale di 150mila euro. I due fratelli erano stati anche arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla guardia di finanza del Gruppo di Monza. Le indagini delle fiamme gialle della Compagnia di Seveso sono iniziate alla fine del 2017 a seguito del fallimento della “World car srl”, che era nata sulle ceneri della storica società “Autosalone Antonini”.

Secondo l’accusa, i due fratelli amministratori di fatto della concessionaria di auto plurimarca in via Genova hanno trasferito l’intera azienda (avviamento, dipendenti, beni strumentali e immobili) a favore di una nuova società costituita per gestire l’autosalone, la “A2 car srl”, in cui sono confluite somme di denaro pari a circa 1 milione di euro. Giuseppe e Mauro Antonini sono inoltre accusati di essersi intascati altri 400mila euro circa, facendoli confluire dai conti correnti societari a propri conti correnti personali, giustificando i passaggi come pagamenti per attività di consulenza ritenute dagli inquirenti inesistenti. Gli imputati sostengono invece che le somme erano passate alla nuova società per cercare di salvare l’autosalone dal fallimento.