Per una vita lo hanno conosciuto tutti come autorevole esperto nel campo dell’ingegneria della sicurezza e della protezione antincendio. Marco Antonelli (nella foto), seregnese di 62 anni, quando toglie giacca e cravatta si trasforma: dimentica gli studi scientifici e dà libero sfogo alla creatività.
Proprio in questi giorni ha dato alle stampe “Favonio“, il suo secondo romanzo. "La scrittura è sempre stata una mia passione – racconta –. Fin da bambino inventavo storie e favolette. Verso i 12 anni è arrivata anche la passione per la musica e mi ha subito conquistato. Io suonavo la tastiera, ma soprattutto amavo ascoltare. Tutto è cambiato di nuovo in età adulta, quando è arrivato il figlio e la stanza della musica è diventata la sua cameretta. Il figlio passa davanti a tutto, però è stata anche l’occasione per riscoprire la passione per la scrittura". Era sempre stato un piacere negli anni dell’infanzia, con le stesse aspettative Antonelli vi si è accostato di nuovo. "Ho iniziato con racconti brevi – spiega lo scrittore – poi ho provato a confrontarmi con qualche concorso trovando risposte favorevoli. Nel 2017 ho pubblicato “L’uomo che scriveva storie sui muri“, il mio primo romanzo. Nel 2022, invece, in libreria “La parte mancante“, una raccolta di racconti".
Realizzato? Sì, certamente. A tal punto da desiderare di scrivere qualcosa di nuovo. In tutti i sensi. Nasce così “Favonio“, progetto diventato in soli otto mesi un libro appassionante.
"Il primo romanzo non si scorda mai – afferma Antonelli – ma di certo questo secondo libro è quello che più mi ha dato soddisfazione. La storia è molto più corale, ci sono sette protagonisti diversi che interagiscono tantissimo tra loro. E alla fine mi sono anche affezionato a questi personaggi, questi vicini di casa che si ritrovano a fare i conti con l’arrivo del vento, il favonio. La vicenda dura 48 ore ed è fatta di misteri, conflitti interpersonali. Arriva poi il grecale, che spazza via tutto, ma la vita dei sette personaggi è ormai cambiata".
Antonelli è anche un lettore appassionato ("Il mio preferito è Franz Kafka, dei contemporanei direi Daniel Pennac, Alessandro Baricco, Raymond Carver mi ha fatto capire cosa significa raccontare storie in modo moderno"). Da autore punta molto sulla scorrevolezza del testo ("Mi sono messo nei panni del lettore e ho cercato di dargli un libro emozionante ma anche fruibile"). Intanto il suo “Favonio“ ha superato l’esame più difficile: piace anche alla moglie. "È abbastanza severa – commenta Antonelli sorridendo – lei è una divoratrice di libri e di conseguenza sta attenta anche al ritmo e alla congruenza. Tirate le somme devo però riconoscere che mi incoraggia".
Gualfrido Galimberti