Ai domiciliari ma col permesso di andare a scuola

Due giovani italiani di origine sudamericana, arrestati a Monza per rapina con complici minorenni, sono agli arresti domiciliari ma autorizzati a frequentare la scuola. Il gip ha deciso di scarcerarli per non interrompere le lezioni, nonostante uno dei due avesse già precedenti. L'aggressione sembra legata al desiderio di egemonia territoriale e alla condivisione sui social.

Ai domiciliari ma col permesso di andare a scuola

Ai domiciliari ma col permesso di andare a scuola

Agli arresti domiciliari, con il permesso di recarsi a scuola, il 18enne e il 20enne italiani di origine sudamericana, entrambi residenti a Monza, arrestati dalla Polizia di Stato per avere rapinato un coetaneo nel centro cittadino, con la presunta complicità di altri due, minorenni, tra cui una ragazza, che saranno denunciati. Lo ha deciso il gip, che ha convalidato gli arresti ma ha deciso di scarcerare i due rapinatori per dare loro la possibilità di non interrompere le lezioni scolastiche. Nonostante il 20enne, quando era ancora minorenne, avesse già ottenuto la messa alla prova per lo stesso reato relativo ad un fatto analogo. Secondo gli inquirenti lo scenario che emerge da questo ennesimo episodio di violenza nei confronti di coetanei non è la classica rapina. Ne sarebbe prova il fatto che la banda ha aggredito un 18enne portandogli via il telefonino e il portafogli, ma ha tenuto soltanto i 15 euro in contanti, mentre il resto l’ha buttato via, smartphone compreso. L’aggressione sarebbe più legata, come già successo in passato, al desiderio di manifestare la propria egemonia su un territorio, come può anche essere il centro della città, una supremazia che non di rado viene dimostrata filmando le aggressioni ai coetanei e poi postando i video sui social. Anche il fatto che in questi piccoli gruppi di violenti ci siano sovente ragazze, a volte anche minorenni, non sorprende più le forze dell’ordine e i magistrati che, anzi. L’origine sudamericana dei presunti responsabili, invece, non implica per gli esperti che questi gruppetti possano essere paragonati ai latinos delle periferie di Milano.

Stefania Totaro