Ucraina, partita da Odessa la prima nave carica di grano

La "Razoni" farà tappa a Istanbul e Beirut. Destinazione finale i Paesi colpiti da una grande carestia

E' partita, dal porto di Odessa, liberato dalle mine russe, la prima nave per l'esportazione del grano bloccato in Ucraina. Lo rende noto la Cnn turca citando il ministero della Difesa di Ankara spiegando che la prima destinazione della nave "Razoni", battente bandiera della Sierra Leone, sarà Istanbul per poi proseguire verso il Libano percorrendo un corridoio sicuro. Si tratta della prima nave a salpare dopo la firma dell''Accordo sul commercio del grano lo scorso 22 luglio.  Ci vorranno una trentina di ore per percorrere le 340 miglia nautiche che separano il porto di Odessa dal Bosforo in Turchia. La destinazione finale saranno Paesi africani.

L'accordo

L'accordo sul grano era arrivato lo scorso 22 luglio con la firma (separata) di Ucraina e Russia al documento che ha sbloccato il trasporto del grano ucraino attraverso i porti del Mar Nero, sino ad alloora bloccati dalla marina militare russa. Un accordo trovato grazie all'impegno dell'Onu - il segretario generale Antonio Guterres ha definito l'accordo "un faro nel Mar Nero" e "stabilizzerà i prezzi degli alimenti" - e del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, grande mediatore che ha ospitato nel Palazzo Dolmabahce a Instanbul le due delegazioni. "Oggi è una giornata storica, siamo fieri del nostro ruolo svolto in questa iniziativa che ha risolto la crisi alimentare mondiale. L'accordo di oggi riguarda tutte le nazioni del mondo, dall'Africa all'Asia, e stiamo evitando insieme l'incubo della fame" globale, ha detto.. Un'intesa storica che aveva fatto seguito alla riapertura del Nord Stream 1, il gigantesco gasdotto che porta il gas russo in Europa. Il tutto con la benedizione  Il via libera permette ora il passaggio di almeno 35 milioni di tonnellate di grano, ma intanto l'intesa ha già fatto calare il prezzo del cereale tornato ai livelli precedenti allo scoppio della guerra. Il grano tenero viene scambiato a 784,5 dollari per ogni singola unità contrattuale da 5mila staia (-2,64%), come lo scorso 16 febbraio, una settimana prima dell'attacco di Mosca a Kiev. Analoga la dinamica del grano duro (-2,32% a 841,25 dollari per 5mila staia), poco sotto la chiusura dello scorso 18 febbraio.