Export del grano ucraino, dopo la firma e le bombe è lotta contro il tempo

Le esplosioni russe sul porto di Odessa hanno complicato l'applicazione del patto. Ma Ankara assicura che a giorni partirà il primo carico: "Monitoreremo"

Il grano ucraino è ancora fermo nei porti in attesa di essere esportato

Il grano ucraino è ancora fermo nei porti in attesa di essere esportato

Odessa - Nonostante le bombe russe sul porto di Odessa, da cui dovevano partire le navi, il ministero della Difesa turco assicura che gli sforzi per far partire il primo carico di grano bloccato nei porti ucraini “proseguono”. Il comunicato e’ stato emesso dopo che lo scorso venerdi’ Ucraina e Russia hanno siglato un accordo con Turchia e Onu per sbloccare milioni di tonnellate di frumento ferme a causa della guerra. L’accordo comprende anche il passaggio di grano e fertilizzante prodotto dalla Russia. Un’intesa della durata di tre mesi. Realizzarla, considerando l’enorme carico da muovere e le mine che infestano il Mar Nero imponendo rotte obbligate, si presenta come una lotta contro il tempo.

“Siamo impegnati nella costituzione di un centro di coordinamento a Istanbul per garantire il passaggio sicuro e la consegna del grano bloccato nei porti ucraini ai Paesi di tutto il mondo. Gli sforzi proseguono per permettere la partenza del primo carico il prima possibile”, si legge nella nota, emessa subito dopo il bombardamento della citta’ di Odessa, principale porto ucraino, il piu’ importante strategicamente. Un attacco cui Ankara ha reagito esprimendo “profonda preoccupazione”, che al di la’ della smentita di aver colpito il porto arrivata dal Cremlino rende l’idea del clima in cui l’accordo e’ stato firmato.

La firma costituisce una buona notizia e una prima vittoria per Erdogan, che ha dimostrato ancora una volta di essere l’unico capace di trattare con Mosca e Kiev, ma il clima generale sposta inevitabilmente l’attenzione sul ruolo di mediatore della Turchia, il Paese cui Russia e Ucraina hanno detto si siglando un accordo a tempo che alla prima violazione potrebbe precipitare tra un prevedibile gioco di accuse e smentite. Sta ad Ankara ora accelerare per la costituzione del centro di coordinamento, su cui l’accordo era stato annunciato quasi due settimane fa, in cui rappresentanti di Russia, Ucraina e ovviamente Turchia e Onu monitoreranno il passaggio delle navi attraverso un tragitto libero dalle mine.

E’ sempre la Turchia che ha studiato delle rotte sicure, libere da mine per le navi ucraine in partenza dai porti di Odessa, Chernomorsk e Yuzhny, ordigni di cui l’ Ucraina non ha voluto la bonifica. Ankara ha anche garantito a Mosca che le navi russe in uscita non subiscano attacchi e non transitino attraverso le acque territoriali ucraine, altra condizione imposta da Kiev. E’ compito di Ankara anche ispezionare i carichi e garantire alla Russia che le imbarcazioni di rientro non trasportino carichi di armi. Erdogan ha ottenuto sicuramente una vittoria, coronamento di mesi di sforzi, iniziati prima dell’invasione e mirati a evitare la guerra in un primo momento.

Tentativi falliti, cosi’ come sono andati a vuoto i negoziati per il cessate il fuoco avvenuti a marzo, prima ad Antalya e poi a Istanbul. Mediazione che si e’ poi spostata sul grano, per scongiurare una crisi alimentare di portata mondiale che sta affamando seconso l’Onu 47 milioni di persone nei Paesi africani, ma che si manifesta nell’aumento dei prezzi anche in Europa.  L’assoluto ruolo di garante della Turchia supera di gran lungo quello delle Nazioni Unite, sia come guardiano degli Stretti che collegano il Mar Nero al Mediterraneo, sia perche’ sta all’organizzazione di Ankara garantire il rispetto delle clausole di un accordo fragile.

E’ di Ankara che sia Mosca che Kiev si fidano ed e’ con Ankara che i due Paesi si siedono a trattare. Il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha ringraziato Erdogan e il segretario generale Onu Antonio Guterres, ma ha subito aggiunto che la riuscita reale “dipende dalla Russia”. “Il diavolo sta nei dettagli. Le parole della Russia sono sempre di facciata. Il successo dell’intesa dipende dal rispetto delle condizioni da parte della Russia che blocca i porti ucraini”, ha detto Kirby. Erdogan appena ieri ha ribadito che la Turchia continuera’ a lavorare per la pace.

Il presidente turco sa che per imbastire un negoziato per un cessate il fuoco rivelatosi fino ad ora impossibile e’ pero’ necessario che l’accordo per il passaggio del grano non subisca intoppi. Se nei prossimi mesi il grano dovesse attraversare il Bosforo senza problemi, allora sara’ per Erdogan possibile tornare a quello che da mesi e’ il suo vero obiettivo: far sedere allo stesso tavolo il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodimir Zelensky.