Afghanistan, uccisa a colpi di arma da fuoco un'attivista per i diritti delle donne

Frozan Safi sarebbe la prima attivista assassinata dalla presa del potere dei talebani, ad agosto. I proiettili l'hanno resa irriconoscibile

Frozan Safi (dal profilo Twitter di Zahra Rahimi)

Frozan Safi (dal profilo Twitter di Zahra Rahimi)

Kabul - Da quando i talebani sono tornati al potere, in agosto, si è parlato moltissimo dei rischi che avrebbero corso le donne e in particolare tutti e tutte coloro che si battono a favore dei diritti delle donne. Ora arriva la notizia che nessuno avrebbe voluto leggere ma che non stupisce: una donna, un'attivista oltre che docente di economia, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco che le hanno distrutto il volto. Frozan Safi aveva 29 anni ed era scomparsa dal 20 ottobre insieme ad altre tre persone impegnate come lei sul tema dei diritti. Il suo corpo, insieme ad altri tre cadaveri, è stato trovato nella città di Mazar-i-Sharif nel nord dell'Afghanistan, in una casa nella zona di Khalid bin Walid.

E' stata identificata in obitorio dai suoi familiari: "L'abbiamo riconosciuta dai suoi vestiti. I proiettili le hanno distrutto la faccia", ha detto la sorella di Safi, Rita, che è una dottoressa. "C'erano ferite da proiettile dappertutto, troppe da contare, sulla testa, sul cuore, sul petto, sui reni e sulle gambe". Il suo anello di fidanzamento e la sua borsa non c'erano, ha aggiunto Rita come riporta il Guardian.

Le autorità talebane hanno annunciato la cattura di due sospetti per l'uccisione delle quattro attiviste trovate senza vita due giorni, come ha scritto il giornale afghano Hasht e Subh. Secondo il ministero degli Interni del governo talebano, le due persone arrestate avrebbero confessato.