
Gucci e le sarte indiane
La maison Gucci, sotto la direzione creativa di Alessandro Michele, sfilerà fuori calendario il 15 aprile con “Aria“ un corto in streaming. L’evento si inserirà nelle varie celebrazioni del centenario dalla fondazione di Gucci. L’amministratore delegato Marco Bizzarri ha dichiarato che saranno diverse le manifestazioni dedicate all’importante anniversario. Tra gli altri, ha ricordato l’inaugurazione del palazzo di via delle Caldaie a Firenze che, per l’occasione, verrà anche aperto al pubblico. Intanto
Gucci punta all’inclusività sostenendo il progetto “I was A Sari“, che consiste nella realizzazione dei capi e accessori contemporanei attraverso il riuso creativo di vecchi sari, i tradizionali capi di abbigliamento femminile. Il corso avviene formando gruppi di donne indiane provenienti da comunità svantaggiate. Si offre loro l’opportunità di diventare esperte artigiane e di raggiungere l’indipendenza economica e consentendo di accedere per la prima volta a un settore tradizionalmente riservato agli uomini.
L’idea del programma, denominato “Now I Can“ e costruito attraverso l’iniziativa di Gucci “Chime for change“, «è nata dalla volontà di formare un numero sempre maggiore di donne indiane provenienti da condizioni sociali svantaggiate» spiega Stefano Funari, founder and managing director di “I was a Sari“, che nel 2020 ha coinvolto oltre 170 artigiane. “Inclusione per Gucci significa creare un senso di appartenenza, attraverso azioni concrete“ ha aggiunto Antonella Centra, evp general counsel, corporate affairs & sustainability in Gucci.