
Fassone e Mirabelli
Milano, 31 maggio 2018 - Brutte notizie per le due milanesi. Con le nuove linee guida del Fair Play Finanziario Milan e Inter rischiano di incorrere - nuovamente - nell’ira della Uefa. Non il massimo per chi si trova già sotto regime di FFP (almeno fino al 2019) e per chi si è appena visto negato il Settlement Agreement e, il prossimo 15 giugno, rischia fortemente di essere escluso dalla prossima Europa League. Norme sempre più stringenti coinvolgeranno le proprietà e studieranno nel dettaglio il modo con cui esse finanziano i club. Non si guarderanno solo i conti ma come vengono prodotti. «Già adesso la Uefa valuta con attenzione la sostenibilità finanziaria dei soci di riferimento», il richiamo di Michele Traverso, managing director financial sustainability & research della Uefa. Non andranno bene né gli aumenti di capitali (metodo scelto da Li e il Milan, 120 milioni di ricapitalizzazione in 14 mesi) né i prestiti delle holding alle società (metodo scelto da Suning con l’Inter per evitare che Thohir diluisca il proprio pacchetto azionario). «Soprattutto per le società che richiedono ricapitalizzazioni continue – continua Traverso –, l’apporto dei soci diventa fondamentale. C’è poi il rischio che società aiutate con i prestiti dalle proprietà possano sforare il nuovo indice di sostenibilità. Gli azionisti penseranno ora due volte prima di iniettare ulteriori capitali».
La riforma entrerà a regime a giugno e prevede controlli a priori: in sostanza, chi da questa estate farà spese folli (con un disavanzo tra entrate e uscite di oltre 100 milioni) con una situazione debitoria elevata - come un anno fa Psg, Milan e Manchester City - dovrà dimostrare alla Uefa di avere un budget sostenibile per evitare sanzioni nella stessa stagione. Le misure riguardano anche trasparenza (bilanci pubblici, commissioni agli agenti messe nero su bianco), armonizzazione dei principi contabili, riduzione dei tempi di monitoraggio e verifica, sviluppo del calcio giovanile e femminile. Una presentazione delle regole che ha richiamato l’attenzione dell’Inter - presente con l’ad Antonello - e del Milan, al gran completo con il Cfo Valentina Montanari e l’avvocato Roberto Cappelli, già membro del Cda e membro della task force che preparerà la memoria difensiva da presentare il 7 giugno a Nyon. Tutti a prendere appunti. Cappelli cerca anche un colloquio privato con Uva ma il vice presidente Uefa taglia corto. Si ferma però con i giornalisti e sintetizzacosì: «La Figc non può aiutare il Milan, non conosce le carte e non può fare nulla.