
Zlatan Ibrahimovic
Milano, 23 novembre 2018 - «E’ fatta, Ibra torna». Anzi no. «L’affare si complica, il Milan cambia obiettivo». E ancora. «Bisognerà aspettare, certezze non ve ne saranno fino a Natale». Mancano quaranta giorni all’inizio della sessione invernale del calciomercato, ma il dibattito sul possibile (e clamoroso) ritorno del totem svedese al Milan è aperto da alcune settimane. Le notizie ci sono, le conferme pure, per la verità bisogna aspettare. Perché quando si parla di Zlatan Ibrahimovic nulla è scontato. La trattativa esiste, è stata scoperta un paio di mesi fa per ammissione dello stesso Leonardo (che cercò come di derubricarla a “pensiero estivo“) e non è mai stata abbandonata. Va spiegato il contorno.
Il Milan, è noto, dovrà intervenire pesantemente sul mercato di gennaio. Ma se fino a poche settimane fa le attenzioni degli addetti ai lavori erano concentrate sugli attaccanti, adesso le priorità sembrano altre: due difensori e due centrocampisti. È dall’infermeria che arriva la richiesta di rinforzi in quei due settori. Quindi quattro giocatori più l’attaccante. Mica facile, soprattutto se si pensa che fra qualche settimana potrebbe arrivare la stangata economica dell’Uefa o altra eventuale sanzione (riduzione della “rosa“ del Milan nelle coppe) che potrebbe costringere il club a rivedere le strategie. Non solo: ai piani alti di via Rossi è già arrrivato da alcune settimane il nuovo amministratore delegato Ivan Gazidis.
A lui la proprietà americana ha dato pieni poteri, anche di valutazione. Tanto per essere chiari, non c’è solo Gattuso sotto osservazione (il fantasma di Antonio Conte continua ad aggirarsi su Milanello e questo non è certo un bene per tecnico e squadra) ma pure Leonardo. Il quale riprenderebbe a Milano più Pato di Ibrahimovic (che invece è assai gradito a “Ringhio“). Il dirigente brasiliano sfoglia la margherita, ben sapendo che al più presto dovrà prendere una decisione. Anche perché c’è Mino Raiola (manager dello svedese) che spinge da settimane per riportare Zlatan in rossonero. E non è solo un’operazione di marketing legata al “lancio“ del nuovo libro del calciatore, ma qualcosa di più. Perché Ibra, dopo la parentesi in un calcio soft come quello a “stelle e strisce“, vorrebbe chiudere in un campionato competitivo.
Secondo qualcuno pur di indossare la maglia del Milan potrebbe convincersi a ridurrre le pretese (3 milioni) e accettare l’offerta di circa 2,2 milioni per sei mesi, con opzione per la stagione successiva. Uno stipendio più o meno in linea con quello percepito nella Major League. Ma negli Usa sono le “comparsate“ di vario genere ad arricchire il portafoglio di Zlatan e del suo manager: 70-80.000 euro per ogni evento cui presenziare. Difficilmente in Italia (dove però venderebbe certamente più magliette, particolare che i vertici di Casa Milan non trascurano) potrebbe accadere altrettanto. Non resta che attendere...