Milano, 23 gennaio 2017 - Episodi, aneddoti e segreti del Milan che vinceva tutto ai tempi di Sacchi e dei tre olandesi. Li svela Ruud Gullit nel libro "Non guardare la palla", presentato alla
Copertina del libro di Gullit (particolare)
Libreria Mondadori di Milano. «
Al Milan c'era una filosofia precisa - racconta -. Dovevamo essere fuoriclasse in campo come fuori. Quello che accadeva nello spogliatoio o a Milanello non arrivava mai alla stampa. Era la nostra formula e così non c'erano mai polemiche». Il suo Milan fu capace di vincere tutto e di istaurare l'egemonia in Italia come in Europa. Gullit racconta anche della litigata negli spogliatoi con Fabio Capello. «Ci fu una discussione - dice Gullit - ma questo fatto non uscì mai. Capello ha raccontato questo episodio anche al Real. Come esempio positivo di come deve essere il calcio».
Fu proprio Gullit a scegliere il Milan. Poteva andare alla Juventus, invece nell'estate del 1987 scelse la maglia rossonera: «La Juventus aveva vinto tutto e io ho preferito andare in una squadra che aveva tanto da vincere. Perché come giocatore c'è tanto da guadagnare». E alla fine vinse tutto, inaugurando
un ciclo che fece la storia del calcio. Boskov lo definì «maestoso come un cervo che esce dalla foresta». Ma Gullit anche ora che ha appeso gli scarpini al chiodo, per dedicarsi alla tv e al figlio, riconosce i meriti che il calcio italiano ha avuto nella sua crescita: «Se sono diventato così forte è
merito dei difensori italiani. Era così difficile segnare, fare il proprio gioco che bisognava migliorare in continuazione e investire su sé stessi. Posso solo dire grazie Italia».
