GIULIO MOLA e MATTIA TODISCO
Inter

Dalla chat alla fascia, così Icardi attacca l’Inter

I motivi della richiesta di arbitrato. Alle 20.45 a Cagliari

Mauro Icardi

Milano, 1 settembre 2019 - Addio subito o due, forse tre mesi di complicatissima convivenza in attesa della decisione del Collegio Arbitrale della Figc. Non ci sono altre vie d’uscita dopo la decisione di Mauro Icardi di ricorrere alla Giustizia Sportiva per denunciare un presunto «comportamento discriminatorio» del club con la conseguente richiesta di risarcimento danni quantificato in 1,5 milioni. E mentre si attende la replica nerazzurra a firma dell’avvocato Capellini (potrebbero esserci elementi a sorpresa...) in tanti si chiedono perché l’ex capitano chieda il reintegro e non lo svincolo. Strategia del suo legale, l’avvocato Di Carlo, probabilmente. Ma anche i muri del Suning Centre sanno benissimo che, corteggiamenti di Monaco, Atletico, Psg e Boca a parte (l’Inter stava trattando la cessione in prestito dell’argentino) nella testa del giocatore c’è solo la Juve, che però ha il reparto offensivo ingolfato per la difficoltà a cedere i suoi campioni.

Tornando al contenzioso di Icardi, che ieri mattina si è regolarmente allenato coi compagni di squadra, quel che emerge dalle carte sono i 41 casi di vere o presunte «discriminazioni» citate da Icardi, partendo dalla fascia di capitano tolta all’addio alla maglia numero 9. Fra queste la più importante sembra comunque essere l’esclusione dalla chat di squadra, utilizzata per informare i giocatori su orari di ritrovi, convocazioni e campagne marketing: un conto se l’amministratore del gruppo fosse un calciatore, ben più grave sarebbe se «administrator» fosse un dirigente o un componente dello staff tecnico. Perché in tal caso si potrebbe riscontrare un comportamento gravemente discriminatorio. Tutto il resto è ben risaputo: allenamenti a parte con i tecnici della Primavera, sessioni tattiche proibite, partitelle 5 contro 5 in cui lui e Joao Mario venivano usati solo come “sponde”. Ma la lettura delle pagine in cui c’è il resoconto dettagliato della lunga estate di Maurito, non sorprende più di tanto Antonio Conte, che ieri con grande serenità ha ribadito: «E’ stato fatto tutto nella maniera più corretta possibile. Sono 8 mesi che se ne parla, io non ci voglio entrare in questa situazione, ma vedo che i protagonisti sono altri e non chi la stagione la deve giocare». Stoccatina verso la moglie-manager dell’argentino, Wanda Nara, e la sua triste vendicatività?

Va detto che nel ricorso sono stati citati pure casi analoghi, come quelli di Puggioni al Chievo e Albertazzi al Verona, che hanno ottenuto il reintegro in rosa e il diritto di partecipare a tutte le sedute. Come testimoni, citati Letterio Pino (procuratore, amico di Wanda e Mauro) e Ulisse Savini (l’ex agente, poi sostituito dalla moglie Wanda Nara), più tutti i giocatori della rosa dell’Inter. Non si tratta di una causa vera e propria ma dell’instaurazione di una vertenza davanti al Collegio che differisce profondamente da un procedimento instaurato di fronte al Giudice Ordinario (e che non era possibile in questa circostanza poiché sarebbe stato contrario alla clausola compromissoria del contratto sportivo).

Il collegio è composto da tre arbitri: ogni parte sceglie un proprio arbitro (Icardi ha proposto l’avvocato Luca Miranda) mentre il Presidente viene estratto a sorte entro 3 giorni dalla ricezione della comunicazione della parte che attiva il giudizio. La prima fase del procedimento prevede un tentativo obbligatorio di conciliazione. Al termine dello stesso, qualunque sia l’esito, viene redatto un verbale sottoscritto dalle parti. In caso di esito negativo, si procede all’arbitrato vero e proprio che, con forme molto semplificate, prevede l’assunzione delle prove su iniziativa delle parti e, se del caso, con l’escussione testimoniale di persone indicate dai contendenti. L’esito di questo procedimento è un lodo irrituale che ha una specificità unica nel panorama del diritto: la decisione è immediatamente esecutiva e non impugnabile. Questo vuol dire che Icardi e l’Inter rimarranno “legati” perlomeno fino a gennaio a meno che, in questi due giorni, non si trovi una soluzione condivisa. Per Maurito ha un solo nome: Juventus.