
Ilkay Gundogan
Milano, 11 maggio 2019 - Ci sono dei punti cardine nel mercato dell’Inter per l’estate in arrivo che vanno al di là del tecnico a cui ci si affiderà. Alcune pecche sono state individuate a prescindere da quale sarà la struttura di squadra che l’allenatore (confermato o subentrante) chiederà di avere a disposizione. Un paio di tasselli sono stati apposti o quasi: Diego Godin si è congedato dall’Atletico Madrid per firmare un contratto triennale da 6.5 annui, il brasiliano Danilo attende solo che i nerazzurri si qualifichino per la Champions League per dare l’assenso definitivo e sperare che il City non tiri troppo la corda (il club ha rimandato tutto a fine stagione, avendo una Premier da conquistare).
Sempre da Manchester potrebbe arrivare un altro nome altisonante. È ormai risaputo, per ammissione del giocatore e di Guardiola, che Ilkay Gundogan non rinnoverà il contratto in scadenza nel 2020 con i Citizens. Costa molto a livello d’ingaggio (9 milioni, il doppio di Icardi se si escludono i bonus) ma proprio per la vicinanza con la scadenza contrattuale potrebbe essere valutato non più di una trentina di milioni. Esattamente la metà di quanti ne servirebbero per Rakitic, il cui addio al Barcellona non è da escludere. D’altronde l’Inter, se vuole vincere, deve alzare un minimo la media degli stipendi. Poter contare (salvo clamorosi tonfi) sulla partecipazione alla Champions in aggiunta ai soldi assicurati dalle nuove partnership dovrebbe permettere alla società di coprirele spese restando abbondantemente entro i parametri Uefa del Fair Play Finanziario.
I restanti tasselli dipendono molto dalle cessioni. Dal Portogallo arrivano voci di un forte interessamento del Porto per Joao Mario, significherebbe togliersi dal groppone uno stipendio da 2,7 milioni incassando anche un buon gruzzolo per il cartellino (è stato pagato 40 milioni tre anni fa dallo Sporting Lisbona). Se poi partiranno Perisic e Icardi, questo sì dipenderà molto da chi sarà il tecnico. Il croato, con Conte, potrebbe riciclarsi da quinto a centrocampo, mentre l’attaccante ha una situazione in divenire. Complicato il rapporto con la piazza (la Curva Nord non accenna a sotterrare l’ascia di guerra), non facilissimo nemmeno quello con la dirigenza, che ha deciso di svestirlo della fascia di capitano, ma se non trova acquirenti con soldi freschi l’unica soluzione è tirare una riga e andare avanti, dimenticando la corte della Juventus o l’eventualità di uno scambio con Dybala o chi per esso. Se invece Maurito andrà via, oggi sembra più probabile la soluzione “italiana” (Dzeko o Zapata dalla Serie A) rispetto a quella di Lukaku o Cavani dall’estero.