MATTIA TODISCO
Inter

Inter, Sanchez "vede" Barcellona: il cileno è pronto a bissare

Squalificato con la Juve, ma al Nou Camp...

Alexis Sanchez

Milano, 1 ottobre 2019 - Era l'uomo più atteso del fine settimana, lo sarà anche nel mercoledì di Coppa. Una squalifica rimediata per una simulazione malandrina renderà indisponibile Alexis Sanchez in vista di Inter-Juventus, il che consente al cileno di essere più vicino dei concorrenti a strappare una maglia da titolare domani contro il Barcellona. Una sfida da ex, contro gente che ha avuto nello stesso spogliatoio per tre anni, in cui ha sempre chiuso la stagione in doppia cifra di gol vincendo sei trofei: «Ogni giocatore vorrebbe vincere la Champions League: in fin dei conti si va in campo per vincere. Questa è la mia mentalità - spiega intervistato dal sito dell’Uefa - Per tutti i giocatori e per l’Inter come società è bello tornare in Champions League». «Barcellona? Lì ho imparato molto, sono cresciuto. C’erano Guardiola e tanti campioni, il Barcellona mi ha insegnato uno stile di gioco diverso ma ora sono all’Inter e sono contento di essere qui» ha concluso l’attaccante cileno. La voglia di esplorare nuovi orizzonti lo ha portato in Inghilterra, quella di riscattarsi dopo un’annata e mezza in chiara difficoltà tecnica lo ha rimesso su un aereo per l’Italia, come era accaduto nel 2008 per vestire la maglia dell’Udinese. Sanchez potrà spiegare a chi non lo sa, nel gruppo nerazzurro ce ne sono molti, cos’è il Camp Nou. Un enorme catino bollente in cui il campo non finisce mai e 90’ possono essere eterni. Lui lo ha vissuto da padrone di casa, c’è chi come Godin ci ha giocato partite di enorme importanza da avversario, vestendo la maglia dell’Atletico Madrid. Sono i giocatori da cui ci si aspetta che facciano da guida al resto della comitiva, per l’esperienza internazionale di cui dispongono, per le qualità tecniche che possono far pesare sul terreno di gioco. Nel caso di Sanchez l’aspettativa è anche un bis della rete siglata contro la Sampdoria e della prestazione complessivamente molto positiva prima dell’espulsione. L'attacco dell’Inter non è sembrato finora in gran forma, fatta eccezione per il buon impatto di Lukaku (a cui andrà di certo una maglia per entrare dal 1’). Lautaro Martinez ha firmato un solo gol su rimpallo a Cagliari, Politano nemmeno quello. In tre gare su sette i nerazzurri hanno segnato con giocatori non appartenenti al reparto più avanzato e solo alla Sardegna Arena la squadra ha riempito il tabellino dei marcatori con più di un attaccante. Ciò nonostante non ha mai perso e ha pareggiato una sola volta, a dimostrazione di una grande capacità (tipica delle squadre di Conte) di coinvolgere nell’azione offensiva tantissimi uomini. Potrebbe non bastare, contro un Barcellona non brillantissimo ma che resta una corazzata, spesso indigesta all’Inter negli anni (perse anche nella semifinale del 2010, anche se l’1-0 subito valse la qualificazione all’ultimo atto di Champions). Sanchez dovrà cercare, nelle vesti di ex, di centrare un bersaglio che in questo torneo non trova dal 19 ottobre 2016, 6-0 dell’Arsenal al Ludogorets.