Sala sindaco al primo turno: chi è l'ex manager che ha conquistato (di nuovo) Milano

La carriera politica dopo Expo 2015. La vittoria contro Parisi e oggi il trionfo contro Bernardo. Il ritratto del milanese doc che si è guadagnato un peso sempre maggiore anche nella politica nazionale

Beppe Sala dopo la vittoria alle elezioni 2021

Beppe Sala dopo la vittoria alle elezioni 2021

A Milano niente ballottaggio. Partita chiusa al primo turno, come da previsioni della vigilia. Il sindaco Giuseppe Sala, candidato centrosinistra, riconquista la poltrona di Palazzo Marino con oltre il 57%. Dietro di 25 punti il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo. Va male anche Layla Pavone del M5S (2,7%), preceduta da Gianluigi Paragone, leader di Italexit, terzo con il 3%. Gli altri nove aspiranti primi cittadini in corsa hanno raccolto percentuali residuali. Un ex manager “prestato” alla politica: si presentava così Sala alle elezioni del 2016 quando divenne sindaco, forte del success dell'Expo di cui era stato commissario unico e amministratore delegato. A cinque anni di distanza – dopo aver incassato un risultato definito dallo stesso primo cittadino “storico” per il centrosinistra – si capisce che quello alla politica non era un semplice prestito ma qualcosa di più duraturo.

Da dg della Moratti alla guida di Expo

Nato nel 1958 a Milano si è laureato (con lode) nel 1983 in Economia e Commercio all'Università Bocconi. La sua è la biografia di un milanese al 100%, che a Milano ha sempre vissuto, studiato, tifato (Inter) e lavorato. Entrato in Pirelli, per 19 anni è rimasto nella stessa azienda occupando ruoli diversi e sempre più importanti nel settore pneumatici fino a diventare nel 1998 amministratore delegato e nel 2001 senior vice president operations. Marco Tronchetti Provera lo ha portato nel 2002 in Telecom, dandogli subito il pesante incarico di Chief Financial Officer di Tim e poi di direttore generale Telecom Italia Wireline. Si è dimesso nel 2006 e per circa due anni ha lavorato nella multinazionale giapponese Nomura. Poi il passaggio dal privato al pubblico: nel 2009 il sindaco di Milano Letizia Moratti lo ha nominato direttore generale del Comune. Ma l'incarico che lo ha reso più noto e che lo ha lanciato anche nel mondo della politica è stato quello all'esposizione universale.

La sfida: il rilancio dopo la pandemia

Dopo l'esperienza di Expo Sala ha deciso di intraprendere la carriera politica e di candidarsi prima alle primarie del Pd, che ha vinto, e poi come sindaco di Milano alle elezioni del 2016 battendo al ballottaggio lo sfidante del centrodestra anche lui manager, Stefano Parisi.  Dopo cinque anni alla guida di Milano il giorno di Sant'Ambrogio patrono della città, il 7 dicembre, ha annunciato la ricandidatura. La sua è stata una campagna elettorale nel segno dell'indipendenza dai partiti, con la quasi totale assenza dei big della politica nazionale. D'altronde lui, che ha aderito ai Verdi europei, ha rivendicato di non avere tessere di partito. Adesso, dopo la pandemia, punta al rilancio della città, con un peso, forte della riconferma al primo turno, sempre maggiore anche nella politica nazionale.

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