Caso camici, l’ultimo segreto nel telefono di Dini. Fontana: "Stanco, ma non mi dimetto"

Dopo il malore rassicura: "Non mollo". Attesi gli accertamenti sulle copie “forensi“ dei cellulari con le chat che sono stati sequestrati al cognato del presidente

Il governatore leghista Attilio Fontana, 68 anni

Il governatore leghista Attilio Fontana, 68 anni

Milano, 1 agosto 2020 - Il governatore della Lombardia Attlio Fontana ieri, in serata, ha avuto un malore, proprio poche ore prima di presenziare ad una festa della Lega in Romagna dove ha ribadito di continuare "a combattere per la Lombardia". "Se qualcuno - ha detto in un collegamento video trasmesso su La7 - pensa, si illude che io possa mollare, non ha capito niente".

In merito al malore, è stato lui stesso a dare la notizia su Facebook: "Il mio fisico mi aveva avvertito - scrive - Attilio prenditi qualche giorno di riposo. Sono quindi costretto a disdire tutti gli impegni di oggi e domani con estremo rammarico". Ma solo pochi giorni di riposo per il Governatore che poi aggiunge: "Lunedì sarò al lavoro come sempre".

E dal suo staff precisano: "Fontana soffre di diverticolite da tempo, ha avuto un attacco nelle ore scorse e ora è sotto terapia antibiotica". Se il presidente della Lombardia si ferma per qualche giorno, anche probabilmente per via dello stress dovuto all’inchiesta, i giudici proseguono, invece, nella loro attività.

Sono attese per i prossimi giorni le operazioni che riguardano la copia forense del contenuto del cellulare sequestrato martedì sera ad Andrea Dini, l’ad della Dama Spa e cognato del presidente ( è il fratello della moglie). La copia del contenuto dello smartphone dell’imprenditore avverrà con le forme dell’accertamento tecnico irripetibile e quindi con la nomina di un consulente da parte del difensore di Dini, l’avvocato Giuseppe Iannaccone.

L’analisi di messaggi e chat servirà per ricostruire se l’imprenditore abbia o meno tentato di rivendere i 25 mila camici non consegnati in Regione su una partita di 75 mila, quantitativo previsto dall’ordine avvenuto senza gara, che poi è stato bloccato dopo la scoperta del conflitto di interessi. Il sequestro del cellulare, come si legge nel decreto di perquisizione firmato dai pm Luigi Furno, Paolo Filippini e Carlo Scalas, è stato disposto per accertare se vi sia "traccia delle interlocuzioni avute da Dini con i protagonisti della vicenda".

L’intento è verificare sotto il profilo probatorio, la circostanza riferita durante la sua audizione in Procura da Emanuela Crivellaro, della Onlus il ponte del Sorriso, ovvero che: "solo dopo essere stato spinto a convertire l’originario contratto di fornitura in una donazione parziale, Dini ha cercato di rivendere a prezzo maggiorato quella parte dei camici non consegnati ad Aria, tentando in tal modo di non rispettare quello che era un suo preciso obbligo contrattuale".

I camici, in tutto circa 25 mila, sono stati tutti sequestrati dalla Gdf, questo ha spinto la sua difesa a dichiarare che l’imprenditore "non ha mai avuto intenzione di speculare ai danni della Regione. Nonostante l’elevatissima richiesta di quel materiale, i camici sono sempre stati nel magazzino della Dama e non è escluso che anche questo lotto possa essere donato".  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro