Albertini “consulente” azzurro: “Io candidato? Non è più tempo. Ma farei da scudiero a Moratti”

L’ex sindaco di Milano: congressi e tessere, Forza Italia ha scoperto la democrazia meritocratica. “Sarebbe un errore fare concorrenza a Letizia nella stessa lista. Formigoni? Ha la mia stima”

Gabriele Albertini, 73 anni, fotografato nell’aula di Palazzo Madama durante il mandato da senatore tra il 2013 e il 2018

Gabriele Albertini, 73 anni, fotografato nell’aula di Palazzo Madama durante il mandato da senatore tra il 2013 e il 2018

Milano – Più che candidato si vede meglio come "scudiero di Letizia Moratti" alle Europee di giugno. Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, poi europarlamentare con FI e senatore di Scelta civica, ora è tornato vicino a Forza Italia, ma tira il freno sulla sua discesa in campo per Bruxelles: "Io candidato? Sono un simpatizzante di FI e voterò di sicuro per gli azzurri. In questa fase sento di interpretare, autoironicamente, la canzone di De Andrè: non potendo più dare un cattivo esempio cerco di dare buoni consigli: FI mi chiama e mi fa parlare. Ma sulla mia candidatura ci sono varie considerazioni da fare".

Quali considerazioni?

"Il 6 luglio compirò 74 anni. Se accettassi la candidatura e venissi eletto, vorrebbe dire andare all’estero, tra Bruxelles e Strasburgo, tutte le settimane. Sarebbe più comodo andare a Roma con il Frecciarossa. Io, peraltro, ho fatto due campagne per le Europee e sono stato eletto due volte. La prima ero ancora sindaco e presi ben 144 mila preferenze. Ma che fatica convincere 15 milioni di elettori a scrivere il nome sulla scheda elettorale. Adesso che sono in pensione da qualche anno, per far sapere agli elettori che sono candidato dovrei avere un budget di almeno 200 mila euro. Ho voglia di spendere una cifra del genere alla mia età per un obiettivo del genere?".

L’ex sindaco azzurra Letizia Moratti spende belle parole nei suoi confronti e la vorrebbe candidato alle Europee.

"La posizione di Letizia, che ringrazio per le gentili parole, è un po’ diversa dalla mia. Lei è iscritta a FI ed è dirigente del partito. Se la Moratti si candidasse alle Europee, sarei felice di essere il suo scudiero".

E un ticket Albertini-Moratti, gli ex sindaci in campo?

"Di fatto saremmo concorrenti nella stessa lista. Il ticket uomo-donna per l’alternanza di genere? I sondaggi prevedono un eletto o, con margine di probabilità basso, due eletti di FI nel collegio Nord-Ovest. Alla fine sarebbe una competizione tra amici. Ripeto: sarei più volentieri lo scudiero di Letizia".

Peraltro anche l’ex governatore Roberto Formigoni sta pensando alla candidatura in FI alle Europee. Come lo vede?

"Mi rimetto alle sue parole: “Deciderò alla fine di aprile”. Ha tutta la mia stima e la mia amicizia: di allora, quando abbiamo collaborato, in maniera impeccabile e convinta, e di ora, quando ci ritroviamo come amici e con visioni sovrapponibili in termini politici e d’appartenenza".

Al di là della candidatura, lei, Albertini, ora in FI si sente a casa come vent’anni fa, quando si candidò per la prima volta alle Europee?

"Ho la presunzione di dire che io mi sono allontanato dalla tenda azzurra quando la tenda si è spostata dalla sua precedente posizione. Io avevo conosciuto Silvio Berlusconi, che ho sempre ammirato e a cui devo tantissimo, in un frangente temporale in cui pensava alla storia del nostro Paese, poi la sua visione si è modificata. Come è successo ad altri grandi personaggi della storia, Berlusconi a un certo punto ha perso un po’ il contatto con la realtà. E il suo potere si è trasformato in una sorta di signoria rinascimentale".

Adesso il leader di FI è Antonio Tajani. È all’altezza?

"Come contenuti di linea politica, FI non si è discostata molto nel corso degli anni dalla visione iniziale: liberale, cattolica, europeista, moderata e atlantista. Ma attualmente, sul fronte della selezione della classe dirigente, il partito si stia delineando come una democrazia meritocratica, evolvendo da quella che era definita una monarchia anarchica. Per la prima volta sono stati fatti congressi dal basso e si è registrato un boom di iscrizioni al partito, anche a Milano".

I sondaggi danno FI in crescita in vista delle Europee...

"Il merito è del ceto dirigente rimasto, in particolare di Tajani, che ha le qualità del leader, ma ovviamente non confrontabili con quelle di Berlusconi, non perché non ne abbia di sue e di grandi, ma perché diverse".

Ultima domanda, in chiave milanese. Con Albertini sindaco si stava meglio che con Giuseppe Sala?

"Credo che la sua sia una domanda retorica. Anche nel 2021, quando erano passati molti anni da quando ero sindaco, i sondaggi mi davano alla pari o in vantaggio su Sala".

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