Milano, donna trovata morta: soffocata in casa. Fermato il compagno

Il corpo per terra, un cuscino vicino al volto. L’appartamento a soqquadro con un principio d’incendio in corso

Roberta Priore e il luogo dell'omicidio

Roberta Priore e il luogo dell'omicidio

Milano, 20 marzo 2019 - Trovata morta in casa nel suo appartamento al quinto piano di via Piranesi 19, non lontano da viale Corsica. Il corpo sul pavimento e un cuscino vicino al volto, che lascia pensare a un soffocamento. Disordine tutt’attorno, come a voler inscenare una tentata rapina, e un principio d’incendio. 

Questa la fine di Roberta Priore, 53 anni, studi in filosofia, libera professionista. C’è un sospettato d’omicidio: il suo compagno, un 48enne originario di Pistoia ma da qualche tempo residente a Milano, che ieri è stato accompagnato in Questura e sottoposto a un interrogatorio che nella notte è sfociato in un fermo. Sono in corso le indagini della Squadra Mobile, diretta da Lorenzo Bucossi. A sentire i vicini, in quell’appartamento le urla non erano rare e le forze dell’ordine erano già intervenute in altre occasioni: «Nei giorni scorsi - testimonia un condòmino - è venuta la polizia nel palazzo, erano circa le 3, sentivamo urla di aiuto provenire dal suo appartamento -. Sembra che il compagno o qualcuno che conosceva bene la stesse picchiando. Del resto non era neppure la prima volta che arrivava la polizia, credo ci siano stati almeno due interventi in passato». Ancora: «L’ultima volta che sono venuti i poliziotti - continua - hanno tentato di rassicurare la figlia della Priore in lacrime dicendole: ‘Non si preoccupi, abbiamo salvato sua madre già due volte’».

Stavolta, l’aiuto non è arrivato in tempo. E’ stata proprio la figlia maggiore a lanciare l’allarme, ieri poco dopo le 15.30: prima ha deciso di chiamare la mamma perché non la sentiva da un paio di giorni. Non ricevendo risposta ha deciso di andare a trovarla. Ma alla porta non rispondeva nessuno, e lei stessa non riusciva ad aprirla. Quindi ha chiesto aiuto al 118 e ai vigili del fuoco per poter entrare in casa. Poi, la macabra scoperta. Nell’alloggio non c’era nessun altro. I sospetti degli investigatori della Mobile si sono concentrati sul compagno, viste le liti pregresse. Che tipo era? «Ricordo che mi rimproverava spesso - racconta un abitante dello stabile - perché lasciavo il portone aperto. Temeva che entrassero sconosciuti«. Ieri diverse persone che conoscevano la donna sono state accompagnate in Questura per essere state ascoltate. Tante domande sono ancora senza risposta. Perché uccidere? L’ipotesi più probabile è che si sia trattato di un omicidio passionale. Ma al momento non si esclude nessuna pista. I vicini esprimono «dolore per questa morte assurda». Scorrendo il profilo Facebook della Priore spuntano foto di una donna sempre col sorriso, che immortalava tramonti e paesaggi cittadini, che amava posare a fianco dei suoi cari. Ora quel sorriso è stato cancellato per sempre. 

A lanciare l’allarme è la figlia maggiore che decide di chiamare la mamma perché non la sente da un paio di giorni. Ma al telefono non riceve risposta, quindi decide di andare a trovarla, attorno alle 15.30. Nessuno risponde al citofono, nessuno apre la porta. Lei stessa non riesce a entrare in casa e quindi si preoccupa e chiede aiuto: chiama il 118, poi i vigili del fuoco, per riuscire ad accedere all’appartamento. Poi, la scoperta: la donna a terra, senza vita, circondata dal disordine. E un principio d’incendio, subito domato dai vigili del fuoco. Sul posto diverse Volanti dell’Upg, la Squadra Mobile e la polizia Scientifica per i rilievi, oltre al medico legale e al pm di turno. I condòmini sono scioccati: «Non pensavamo che questa storia potesse finire in tragedia. Ma non chiedeteci più nulla, siamo troppo addolorati».

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