Moda, il pavilion regno degli emergenti fra tuniche arabe e borse con i Lego

Viaggio in piazza Gae Aulenti, nuovo baricentro internazionale di Anna Giorgi

Il nuovo spazio dedicato ai giovani nel Pavilion

Il nuovo spazio dedicato ai giovani nel Pavilion

Milano, 23 settembre 2015 - Un contenitore futurista, per gli stilisti che verranno. Siamo al pavilion di De Lucchi, piazza Gae Aulenti, la nuova sede della fashion week nell’era Carlo Capasa. Più internazionale, meno di logistica e servizi, più di promozione. Uno spazio aperto, di comunicazione di progetti, dove gli stilisti del futuro, già in produzione, raccontano una storia che è quasi di successo. Si apre così il primo giorno della settimana della moda, lo spazio dedicato a 17 giovani selezionatissimi. Modelli di business sostenibili che parlano sempre più di globalizzazione. Come gli abiti disegnati dall’algerina Faiza Bouguessa, 31 anni, da poco trasferitasi a Dubai. La sua è una moda studiata per la donna culturalmente integrata: la occidentale che vuole lo stile minimalista delle tuniche arabe, o la donna araba che vuole la modernità della moda occidentale. Non troppo griffata, una linea pulita. Bianco e nero. Al limite rosa. Pochi gioielli, ma ricchi e una scollatura profonda che, di giorno, si può coprire con un bavero. E il risultato è un mix raffinatissimo.

Molto internazionale la moda di Vincent, giapponese che propone le scarpe nostalgiche e chic, con il marchio Soloviere. «Less trend, more style», dice Vincent, trent’anni che ha disegnato una calzatura in pelle a sacchetto, un mocassino che nasce per l’uomo, ma che la donna può rubargli dall’armadio. E la donna che gioca sull’ambiguità, che strizza l’occhio all’abbigliamento maschile, purché sia minimalista, la veste anche Nishizaki Ujoh, giapponese trasferitosi a Milano. È già l’idolo dei buyer per la sua collezione portabilissima. Sartoria di alto livello, capi che si basano sul tayloring, come vuole il suo passato di modellista. Per le gonne però, più femminilità, con fiori ricamati o applicati.

C’è chi gioca a ricordare l’infanzia, con i mattoncini Lego applicati alle borse. E quindi da Maria Sole Cecchi, fiorentina con studi a Parigi, tante borse coloratissime che abbinano i classici toys alle perline e ai pon pon di pelliccia. La ricerca più complessa sui materiali la troviamo da Livia Lazzari, anche lei trentenne con la passione per i gioielli. E la passione è diventata un lavoro. Anelli che accostano forme tradizionali a strutture più stravaganti, «il caos della natura si riunisce così in una sinfonia di elementi», dice Livia. I materiali non sono preziosi, perché preziosa è l’artigianalità.

anna.giorgi@ilgiorno.net

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