Jim Kerr dei Simple Minds: "Dopo la Brexit ho scelto l’Italia, ripartiamo da qui"

L'artista e il nuovo album "Direction of the heart": "Con Chris Burchill l’abbiamo composto in gran parte a Taormina"

I Simple Minds hanno venduto il loro catalogo che comprende ben 240 canzoni

I Simple Minds hanno venduto il loro catalogo che comprende ben 240 canzoni

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Milano - Taormina-Milano andata e ritorno. Il Teatro Greco della Perla dello Ionio fa da cornice millenaria ai video di "First your jump" e "Vision thing", due dei brani a cui i Simple Minds hanno voluto affidare nelle scorse settimane un primo assaggio del nuovo album "Direction of the heart", presentato da James "Jim" Kerr ieri a Milano negli uffici di quella BMG che in estate ha acquisito i diritti editoriali del loro "straordinario" repertorio.

Il vostro è un catalogo straordinario, comprende oltre 240 canzoni. Perché avete deciso di venderlo? "Perché era un buon affare. Non ho bisogno di soldi, ma ci sono figli, nipoti… la vita va pianificata. Comunque, non mi ci comprerò una Ferrari né mi metterò a mangiare ostriche tutti i giorni. Anche perché a me piacciono le lenticchie e ho una Vespa che funziona benissimo".

"Direction of the heart" va ad aggiungersi ad una discografia ultraquartantennale varata nel ’79 da "Life in a day". "Io e Chris (Burchill - ndr) l’abbiamo composto in buona parte a Taormina. Lo trovo un disco particolarmente a fuoco, come a suo tempo ‘New gold dream (81-82-83-84)’. ‘Vision thing’ è un pezzo per mio padre, ma anche per quegli insegnanti che nella mia vita hanno rappresentato delle figure paterne. Papà faceva il muratore e i 100 pound per registrare il primo demo dei Simple Minds ce li dette lui, anche se non credeva che avrei potuto avere un futuro nella musica. Se n’è andato tre anni fa e fino all’ultimo giorno ha continuato a ripetermi: hei, mi devi ancora quei 100 pounds!".

La copertina del disco mostra una maschera antigas ricoperta di fiori, a ricordare i tanti controsensi del nostro quotidiano. Perché non si scrivono più canzoni come "Mandela day". "Perché non ci sono più personaggi come Nelson Mandela. Oggi il mondo mi sembra governato da bambini. Cretini".

Pure i Simple Minds hanno passato il loro momento buio. "Sì. È stato nella seconda metà degli anni Novanta e siamo arrivati ad un soffio dal considerare esaurita la nostra storia. Mi dicevo che pure i Beatles erano durati solo una decina di anni. Poi grazie anche ad un amico italiano, Daniele Tignino, che mi ha portato in studio con lui, ho pian piano ripreso".

La passione per l’Italia quando è nata? "Durante una gita scolastica quando arrivai in vacanza a Rimini dalla grigia Glasgow scoprendo che il mondo era a colori. Poi nell’83 è arrivata la folgorazione per la Sicilia e subito dopo il lockdown, come reazione alla Brexit, ho preso la cittadinanza italiana. Ora pago le tasse qua".

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