Inter-Napoli, a San Siro è la notte che vale tutto

Mauro Icardi deve sbloccare i nerazzurri per non allontanarli dalla Champions

Mauro Icardi

Mauro Icardi

Milano, 11 marzo 2018 - Il momento della festa è terminato. Lasciate alle spalle le immagini di un compleanno vissuto tra ricordi passati e fuoriclasse di un tempo, l’Inter torna a vivere il presente fatto di rincorse al quarto posto e una qualificazione in Champions che manca dal campionato 2010/2011. Da allora, l’Europa che conta l’ha vissuta e centrata Spalletti, secondo con la Roma solo una stagione fa e oggi obbligato a rincorrere i giallorossi e la Lazio per centrare uno dei quattro posti che portano all’Olimpo continentale. Ora, con il rinvio del derby, i nerazzurri sono di nuovo fuori dal quartetto che conta, costretti alla quinta piazza, sebbene con una sfida da recuperare. Non si sa cosa sarebbe cambiato se la stracittadina, impegno sulla carta molto difficile, si fosse giocata regolarmente. E’ opinione comune, dentro e fuori dallo spogliatoio di Appiano, che da qui a fine campionato le sfide saranno più complicate rispetto a un passato recente in cuil’inter ha buttato via tanti punti in gare che la vedevano partire come favorita.

La partita di stasera contro il Napoli, in un San Siro con oltre 60mila spettatori, è la prima tappa di una volata in salita. «Servirà un’Inter perfetta – analizza Spalletti – perché avremo di fronte una squadra che ha velocità e tecnica. Non firmo per alcun risultato, la classifica dice che bisogna vincere. Sappiamo che da qui alla fine avremo sette gare in trasferta su dodici, per cui non possiamo gestire nulla. Già di recente si è parlato di possibili gare della svolta, questa ha un valore ancora più importante proprio perché non si è riusciti a vincere quelle di prima». Difficile, per l’Inter e ogni altra squadra di A, non pensare al perché non si è giocato domenica scorsa. Mauro Icardi porterà quel ricordo con sé mettendo al braccio una fascia speciale in ricordo del capitano della Viola. I suoi ex compagni Borja Valero (in dubbio) e Vecino saranno probabilmente quelli che più dovranno sforzarsi per sgomberare la mente dai pensieri legati alla tragedia. «Ce ne sono molti altri che avevano un legame particolare, ma a maggior ragione dobbiamo riportare il suo esempio in campo», è il messaggio che Spalletti lancia ai suoi giocatori. Come a dire che non ci sono pensieri che tengono, non c’è altro orizzonte se non il dover vincere per «costruire qualcosa sulle basi che i campioni che abbiamo visto alla festa dei 110 anni hanno posto in passato». Nessuna strategia individuale, al contrario un obiettivo comune e quella voglia di essere squadra che all’andata al San Paolo ha fatto la differenza per tenere a secco l’attacco dei partenope

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