REDAZIONE MILANO

Un dato spiega il disastro degli affitti a Milano: il budget è 1.440 euro, il canone medio è 1.700

I dati di HousingAnywhere, raccontano di una città dove il divario tra desiderio e realtà si fa sempre più marcato. E una situazione in cui le persone non possono più permettersi di aumentare la quota di reddito destinata alla casa

Il mercato degli affitti a Milano è sempre più insostenibile

Il mercato degli affitti a Milano è sempre più insostenibile

C’è qualcosa che non torna nella Milano del capitale, del glamour e del cemento versato a fiumi. Mentre in Europa gli inquilini si rassegnano ad alzare il loro budget per l’affitto, i milanesi alzano bandiera bianca di fronte a un mercato immobiliare che continua a macinare prezzi proibitivi: perché non hanno scelta o perché scelgono di tirare i remi in barca. La metropoli lombarda è l’ottava grande città europea dove la distanza tra il budget degli inquilini e il canone medio è più alta.

Divario tra desiderio e realtà

I dati dell’ultimo Rent Gap Monitor di HousingAnywhere, piattaforma per gli affitti a medio termine in Europa, raccontano di una Milano dove il divario tra desiderio e realtà si fa sempre più marcato. Con un taglio del 4% nelle aspettative di spesa degli inquilini, la città si posiziona seconda solo a Parigi (-6,2%) in questa classifica al contrario, seguita da Valencia (-3,4%).

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Disparità nei costi abitativi

Il cosiddetto “gap degli affitti” a Milano si attesta oggi a 260 euro: gli appartamenti ammobiliati vengono offerti mediamente a 1.700 euro, mentre chi cerca casa è disposto a spenderne al massimo 1.440. Un divario che testimonia la crescente difficoltà dei milanesi nel sostenere costi abitativi in continua ascesa, nonostante la leggera flessione dei prezzi registrata nell’ultimo anno.

Nel panorama italiano, Milano non è però la città con il divario più ampio. Roma detiene questo primato con 375 euro di differenza tra offerta (1.875 euro) e domanda (1.500 euro). Più contenuto il gap a Torino (200 euro) e sorprendentemente basso a Bologna, dove la differenza è di appena 133 euro.

Il divario tra il budget degli inquilini (in blu) e il prezzo mediano di affito (in rosso)
Il divario tra il budget degli inquilini (in blu) e il prezzo mediano di affito (in rosso)

L’aumento in Europa

Il fenomeno italiano si inserisce in un contesto europeo dove, al contrario, la media degli inquilini ha aumentato la propria disponibilità di spesa del 4,1% rispetto all’anno scorso. Casi emblematici sono L’Aia, dove gli inquilini hanno incrementato il budget del 20%, e Utrecht e Praga con aumenti superiori al 13%.

Antonio Initini, Ceo di HousingAnywhere, offre una chiave di lettura: “In un contesto di forte incertezza economica, sorprende osservare come molti inquilini stiano aumentando il proprio budget destinato all’affitto”. Tuttavia, avverte che “i dati disponibili potrebbero celare una realtà meno rosea di quanto appaia", con affittuari disposti a “sacrificare altre voci di spesa pur di emergere in un mercato sempre più competitivo”.

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Segnali d’allarme nel mercato 

La situazione milanese potrebbe quindi rappresentare non tanto un’anomalia quanto un campanello d’allarme: la città ha forse raggiunto il punto di saturazione oltre il quale gli inquilini non possono più permettersi di aumentare la quota di reddito destinata all’abitazione.

Il report evidenzia come anche in Europa, nonostante una leggera diminuzione dei prezzi degli affitti (-2,9% su base annua) e l’aumento della capacità di spesa in molte città, il gap medio si sia ridotto ma resti comunque significativo: dai 300 euro dello scorso anno ai 190 attuali. Per Milano e l’Italia, questi dati suggeriscono una crescente insostenibilità del mercato immobiliare, con possibili ripercussioni socio-economiche in un periodo già segnato da incertezze globali.