Jova Beach Party: Jovanotti atterra a Linate, l'attesa dei 100mila

Dalle spiagge all’aeroporto (chiuso) per sistemare i conti del tour

Jovanotti in arrivo a Linate

Jovanotti in arrivo a Linate

Milano, 20 settembre 2019 - Jovanotti assomiglia spesso ad un Barone di Münchhausen sparato verso i suoi sogni dalla bocca di un cannone. E domani la palla di fuoco su cui è seduto il ragazzo fortunato piomba sulla pista (in rifacimento) dell’aeroporto di Linate per l’ultima tappa del Jova Beach Party. La scelta di riattaccare l’ombra a terra proprio al Forlanini, dopo un’estate in volo tra ritmi e frenesie balneari, è dovuta al bisogno di regalare a Milano la festa che si merita e asfaltare un po’ i bilanci di un tour costruito sulla sabbia rivelatosi, quanto a spese, un giocattolo molto più costoso del previsto. I 100mila pronti a prendere d’assalto lo scalo per sentirsi l’ultimo scampolo d’estate addosso, oltre a regalare al ragazzo fortunato l’ultimo bagno di folla di un’avventura unica, contribuiscono con 6 milioni di euro d’incasso ad ossigenare i bilanci di un tour partito da Lignano il 6 luglio con perdite tra i 170 e i 200mila euro a data. Nonostante una sfilza di sold-out lunga così, infatti, la difficoltà di confrontarsi con realtà ambientali complesse come le spiagge, mai affrontate prima in Italia con i ritmi e i tempi di tournée, hanno fatto lievitare i costi di produzione da 1 ad 1,5 milioni di euro a concerto. Un disavanzo a cui solo le alte capacità professionali dell’organizzazione che da decenni affianca Lorenzo nelle sue scommesse live hanno permesso di porre rimedio. Raccogliendo la sfida di esibirsi in un elemento ostico allo spostamento di uomini e materiali come la sabbia, prudenza avrebbe consigliato, infatti, a Jovanotti, di puntare solo su 3-4 spiagge, magari fermandosi su ciascuna per più repliche invece di pianificare un vero e proprio tour di 16 show, mobilitando una carovana di 52 tir costretti a mangiarsi oltre 7mila chilometri di strada ciascuno. Ma la fortuna aiuta gli audaci e il grande cuore di Milano consente a quest’ “ultima chiamata” aeroportuale di ripianare i bilanci di un’avventura folle, anche se gratificata ovunque (o quasi) da una partecipazione entusiasta. Jova dice che quando è saltata la data di Albenga a causa dell’erosione della spiaggia da parte del mare (la più debole in prevendita, con oltre 10mila biglietti acquistati sui 22mila disponibili) s’è cercato un altro posto in Liguria che, nonostante i 270 chilometri di costa, non è stato possibile trovare, così management e agenzia gli hanno proposto Linate; luogo con due vantaggi indiscutibili rispetto al bagnasciuga, ovvero un fondo di cemento su cui innalzare il palco e la certezza che il viavai di Boeing rende improbabile la nidificazione in zona di quel fratino e di quelle tartarughe caretta caretta che hanno rappresentato sulle spiagge l’incubo ambientalista del Jova Beach Party. Ma ora è il momento del gran finale, dei maxischermi, dei gonfiabili, delle canzoni, di uno stuolo di ospiti che va da Benny Benassi a Bombino, dai Cacao Mental agli Ex-Otago, a Ackeejuice Rockers, Albert Marzinotto, Fatoumata Diawara, Flavia Coelho, Paolo Baldini, Rkomi e Takagi & Ketra. Uno show-kolossal, col triplo dell’amplificazione e dell’impianto luci utilizzato sulle spiagge, ma la stessa identica voglia di rompere gli schemi delle colorate maratone sulla battigia. Funzionerà? C’è da scommettere di sì.  

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