De Chirico, viaggio di un Maestro: ecco come sarà la grande mostra a Palazzo Reale

Cresce l'attesa per l'esposizione in programma a settembre: un centinaio i capolavori da ammirare

L'enigma di una giornata (1914)

L'enigma di una giornata (1914)

Milano, 5 giugno 2019 - Il viaggio inizierà nella Grecia dell’infanzia: quella “fantasmica” dei suoi sogni giovanili, che poi rimarranno sogni anche nell’età matura e nella terza età, impersonati dal “Centauro morente” del 1909, tela che rivela già negli echi accademici un futuro rivoluzionario; e l’infanzia familiare, affetti espressi artisticamente negli splendidi ritratti della madre, il primo del 1911, il secondo datato 1919. Ma non mancherà neppure, nella sala introduttiva, un anticipo delle poi famosissime “Piazze d’Italia”. Sarà un viaggio lungo e anche ricco di novità inattese, in particolare gli accostamenti, la grande mostra su “de Chirico”, così il titolo, senza fronzoli magari ammiccanti ma senza dubbio fuori luogo, che si aprirà a Palazzo Reale il 25 settembre, per riscuotere un sicuro successo sino al 19 gennaio 2020.

Un centinaio di capolavori, provenienti dalle più rinomate istituzioni, la Tate Modern di Londra, il Metropolitan di New York, il Pompidou di Parigi, per citare i musei stranieri, accanto alla Gnam romana, la Peggy Guggenheim veneziana, e, a Milano, il Museo del Novecento, la Casa Museo Boschi di Stefano. Brera e Villa Necchi Campiglio. Promossa e prodotta da Comune, Palazzo Reale, Marsilio, che manderà in libreria il catalogo, ed Electa, la mostra, che segna il ritorno di de Chirico nel cuore del mondo artistico milanese dopo mezzo secolo, porta la firma come curatore di Luca Massimo Barbero. Che ha riservato la seconda sala alla prima rivoluzione pittorica di de Chirico: l’esplosione silenziosa della Metafisica, che, simboleggiata dalla monumentale “Arianna” del 1913, spalanca le porte alla pittura come enigma. Idolatrato e detestato come pochi altri artisti, Giorgio de Chirico, nato nel 1888 a Volos, in Grecia, scomparso a Roma nel 1978. Oltretutto negli ultimi tempi sorpassato in notorietà, ma anche spesso nel giudizio dei critici, dal fratello Alberto Savinio, il “surrealista mediterraneo”.

Ma anche De Chirico, è stato considerato un antesignano del Surrealismo: dall’“Interno metafisico (con faro)” alla “Melancolia ermetica”, scatole dall’equilibro incerto come uno stato d’animo. Una grande sala emblematica, la quarta delle otto in cui si scandisce la mostra: autoritratti, nature morte, miti. Prima dei manichini nelle loro varie declinazioni, degli interni che esaltano la stanza, dei gladiatori: “Gladiatori! Questa parola contiene un enigma”, così lo stesso de Chirico, anche scrittore, nel romanzo “Ebdòmero”. Gran finale della mostra con la riproposta della pittura pastosa degli anni Trenta, quel “bel dipingere” che tanto sedusse Andy Warhol. Fra artisti non si alzano mai muri. Almeno fra artisti…

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