Lockdown Milano, sindaco Sala: "Zona rossa? Sono d'accordo, è il momento di tenere duro"

Il primo cittadino condivide la scelta del Governo, anche se si tratta di "una chiusura un po' anomala". E assicura: "Mi battero per i ristori"

Lockdown a Milano

Lockdown a Milano

Milano, 7 novembre 2020 - Lombardia zona rossa (insieme a Valle d'Aosta, Piemonte e Calabria), in base al nuovo Dpcm firmato da Conte mercoledì scorso. E il sindaco di Milano, Giuseppe Sala si dice "d'accordo". "E' il momento di tenere duro, di non fare troppo i sofisti, e cercare di uscirne presto - ha detto ai microfoni di 'L'Ospite' su Sky Tg24 -. D'altro canto, tra le poche certezze che abbiamo, è che il cambiamento delle abitudini richiede 2-3 settimane prima di mostrare segni, quindi teniamo duro".

Poi, parlando del sistema dei 21 indicatori messo a punto dall'Iss e dal Cts per la suddivisione in zona gialla, arancione e rossa, "penso che abbiano scelto un criterio troppo complesso - ha sottolineato il primo cittadino -. Questi 21 indicatori sono" un sistema "complesso da gestire". "La questione - ha aggiunto - è che la suddivisione non avviene" solo "per regioni ma può essere per province, ed è pazzesco. Quante province abbiamo in Italia? Come si fa a gestire una cosa del genere?" Quindi ha concluso Sala: "La complessità può funzionare se siamo in grado di gestirla" ma "la politica non deve fare l'errore di pensare che un'indicazione politica si trasformi immediatamente in un funzionamento tecnicamente sostenibile, non è così''.

Poi, ha ammesso: "E' una chiusura un po' anomala. Se un milanese va a La Rinascente la trova aperta, perché ci sono reparti che vendono prodotti vendibili. E' una situazione un po' a macchia di leopardo". "Un sindaco - ha aggiunto - non può prendere misure del genere, che spettano a governo e Regione. Io sto cercando in continuazione di dire ai cittadini di restare a casa e contribuire alla risoluzione di questa situazione". Il Coronavirus è  una pandemia gravissima ma non dimentichiamoci il resto. E' diventata un'ossessione, ma ci sono una quantita' di patologie che in questo momento non vengono curate". E ha richiamato l'attenzione su questo problema accennando anche a un video in rete diventato virale "di una ragazza che ha un problema oncologico non semplice e denuncia il fatto che in questo momento non riesce a farsi operare". Da qui il rinnovo dell'invito a restare a casa il piu' possibile perche' "con i nostri comportamenti virtuosi liberiamo gli ospedali e diamo modo di curare anche le altre patologie". Anche perché per quanto riguarda la sanità lombarda "posso dire - ha osservato - che quello che funziona poco è la gestione territoriale per cui adesso tutti i cittadini che hanno sintomi sono portati in ospedale. Da quello che ci risulta poi il tracciamento non avviene più".

Infine, il primo cittadino ha fatto sapere che continuerà a battersi" perchè questi benedetti ristori arrivino in fretta". "Noi politici - ha  detto - dobbiamo trovare delle soluzioni, perchè chiediamo ai cittadini di avere dei comportamenti giusti e perciò dobbiamo fare la nostra parte". E ha spiegato: "Nel decreto ristori bis il governo da' qualcosa che e' pari al 20% del fatturato a chi e' chiuso per questo mese. Il problema e' che il mese dopo non ritorna al 100%. Questa iniezione va bene, ma bisogna pensare oltre". 

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