"Vite più complesse: i servizi sono saturi. Riorganizzare i valori"

MILANO "I servizi pubblici o privati che si occupano di salute mentale sono saturi, ci occupiamo di situazioni sempre più complesse....

"I servizi pubblici o privati che si occupano di salute mentale sono saturi, ci occupiamo di situazioni sempre più complesse. Non è solo una questione di risorse, ma anche di una necessaria riorganizzazione valoriale". È la riflessione dello psichiatra milanese Gianluigi Mansi, con alle spalle quasi mezzo secolo di esperienza nel campo della salute mentale.

L’omicidio di Fiorenza Rancilio, senza entrare nel merito di indagini in corso, solleva di nuovo un allarme su problemi psichici che possono sfociare in tragedie.

"Non solo la risposta è insufficiente, ma molte patologie non vengono rilevate. Inoltre bisogna considerare anche le componenti di imprevedibilità e impulsività, che rendono più difficile monitorare certe situazioni e cogliere i segnali".

Secondo la sua esperienza, sono aumentate le persone in situazioni di disagio?

"Senza dubbio, e i fattori alla base sono diversi. Ci sono i problemi emersi durante la pandemia, ma non si tratta solo del Covid. Ci sono fattori come l’uso di sostanze. Più in generale riscontriamo una difficoltà esistenziale, un aumento della complessità e del peso della vita che fa sentire le sue conseguenze soprattutto in una città complicata come Milano".

È solo una questione di risorse e di potenziamento dei servizi di cura o servirebbe altro, per una vera prevenzione?

"Di sicuro servirebbero risorse e servizi potenziati, ma non basta. Ci vorrebbe una riorganizzazione valoriale che possa davvero prevenire certi problemi, ed evitare che insorgano e si acutizzino. Bisogna dare valore al meno, rallentare, fermarsi a riflettere, rinunciare alla competizione a tutti i costi, considerare i danni provocati da una connessione e reperibilità perenne. I sentimenti, per crescere, hanno bisogno di lentezza".

Andrea Gianni