Virus Cina, direttore bioemergenze Sacco: "Niente allarmismi"

La professoressa Maria Rita Gismondo: "Giusto garantire un adeguato livello d'attenzione, ma assolutamente senza creare allarmismo o panico"

Passanti con la mascherina in una città della Cina

Passanti con la mascherina in una città della Cina

Milano, 23 gennaio 2020 - "In questo momento i casi sono, dal punto di vista numerico, molto limitati. E' giusto garantire un adeguato livello d'attenzione, ma assolutamente senza creare allarmismo o panico". Parte da questa considerazione la professoressa Maria Rita Gismondo, direttore della Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica delle Bioemergenze, dell'Ospedale Sacco di Milano, per fare il punto, in un'intervista a 'Lombardianotizie.online', il quotidiano web della Regione Lombardia, sulla situazione relativa al tema del virus che si sta diffondendo in Cina. "Nel ribadire che non ci troviamo davanti a un'emergenza - ha spiegato la professoressa Gismondo - e' bene sottolineare che l'Italia, e in particolare la Lombardia, sono preparate per affrontare qualsiasi evenienza. Proprio in Lombardia esiste l'eccellenza della famosa 'BL4' che si trova all'interno dell'Ospedale Sacco. E' l'unica cabina di più alto contenimento infettivologico che abbiamo in Italia, quindi la garanzia di poter esaminare campioni ad altissimo rischio di infettività garantendo la totale protezione del personale dedicato e una diagnosi rapida".

"In Lombardia - ha spiegato la responsabile del Sacco - anche grazie alla 'rete' che collabora con noi per rispondere a eventuali bioemergenze, casi simili a quello cinese, fanno elevare appena la nostra soglia di attenzione: per noi la bioemergenza è una routine". In merito alla preoccupazione dei cittadini, la professoressa Gismondo è categorica: "Evitate assolutamente il 'fai da te'. Considerate anche le esperienze precedenti, come la Sars nel 2003 o, più recentemente, l'ebola, il nostro consiglio è di non cercare la notizia più allarmante sul web, ma di consultare solo i siti istituzionali, ovvero quelli del Ministero della Salute, dell'Istituto Superiore della Sanità e della Regione Lombardia". "Così eviteremo di ingolfare i 'Pronto Soccorso' - conclude Gismondo nell'intervista rilasciata a Lombardianotizie.online - togliendo energie a quello che deve essere il lavoro quotidiano per la cura dei malati". 

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