Villa licenziato da vice "Sono ingombrante..."

La sindaca sceglie Oggioni. Al predecessore tolta anche. la delega ai Lavori pubblici. È la fine di un’epoca

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"Sono troppo ingombrante. Ammetto anche qualche ruvidità da parta mia, ma il mio ‘licenziamento’ non è stato discusso in Giunta". Danilo Villa non è più vicesindaco di Trezzo. Il primo cittadino Silvana Centurelli ha deciso di toglierli la fiducia e la delega ai Lavori pubblici. Ma resta in sella come assessore all’Urbanistica e all’Ambiente. Incarichi “pesanti“ ma che ridimensionano l’ex sindaco. Tre anni fa, fu proprio lui a scegliere lei come erede, preferendola all’azzurro Massimo Colombo, oggi all’opposizione. Adesso però la foto di maggio 2019 con la famiglia leghista al gran completo dopo la vittoria alle elezioni ha un sapore amaro. Per la prima volta nella storia della città le urne catapultavano una donna al comando. È Villa ad aver aperto la strada al Carroccio in Comune, complice l’inchiesta giudiziaria per corruzione nella quale restò impigliata la sinistra trezzese, da sempre alla guida della perla dell’Adda.

Nel 2009 il consigliere “lumbard“ entra a Villa Appiani con la fascia tricolore. E ci rimane per due mandati. "Bisogna tenere conto dell’esito elettorale e del fatto che finché avrò da dare qualcosa alla comunità, continuerò a farlo", dice oggi Villa da assessore. Il posto da vice è passato a Tiziana Oggioni, collega in Giunta ai Servizi sociali. L’intenzione dichiarata è di farla crescere in vista, magari, di una nuova successione. Il terremoto a Palazzo era nell’aria da maggio, quando la squadra di governo mise nero su bianco "la necessità di accelerare su alcuni cantieri essenziali".

Lavori pubblici, Villa. Un’equazione semplice che annunciava la tempesta. L’uscita tradiva tutta l’insofferenza della maggioranza contro il proprio padre nobile, mentre dal Municipio filtrava ufficialmente una nuova strategia: la necessità di un turn-over a metà mandato. "Non è un rimpasto, altrimenti non avrebbe riguardato solo me", sottolinea l’ex vicesindaco. È la fine di un’epoca. Danilo Villa ha attraversato la politica locale negli ultimi 30 anni. Tante le iniziative eclatanti che portano il suo nome sin dai tempi della lunga gavetta in minoranza, quando la città era una “roccaforte rossa“. Una su tutte: la protesta in tenda con cassoeula domenicale contro il raddoppio dell’inceneritore, davanti al camino di via Pastore. Poi, il salto al comando, e le battaglie sulla sicurezza con le panchine dello spaccio eliminate dal centro. I suoi detrattori sostenevano che fossero usate dalle badanti, ma lui tirò dritto. Tre anni fa la rottura con Forza Italia e ora un’altra sterzata. Ma stavolta al timone non c’è più lui.

Barbara Calderola

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