Trenord, addio guardie: l'appalto non sarà rinnovato

Fine della misura presa dopo il caso del capotreno aggredito col machete

Vigilantes a bordo dei treni

Vigilantes a bordo dei treni

Milano, 15 giugno 2019 - A bordo dei treni sono rimasti appena in trenta, come conferma Trenord. Un terzo di quanti fossero all’inizio. E l’inizio fu soltanto nel 2016. L’unico appalto in corso scadrà a dicembre di quest’anno e non sarà più rinnovato, come confermano di nuovo da Trenord ma anche dalla Regione. È durata poco più di tre anni l’avventura delle guardie giurate sui convogli che ogni giorno fanno viaggiare in Lombardia 803mila pendolari divisi tra 2.300 corse. Una misura che alla prova dei fatti si è rivelata poco utile. Due gli appalti per effetto dei quali i vigilantes operavano (e ancora per qualche mese opereranno) anche sui treni: il primo è scaduto ad aprile e non ha avuto seguito, il secondo, valido fino a dicembre, arriverà a scadenza per poi seguire la stessa sorte del primo, come detto.

Da gennaio 2020 non ci saranno più vigilantes a bordo. Tre i fattori che hanno portato all’insuccesso della misura: le difficoltà nel reclutamento, i limiti posti dalle norme alla loro effettiva operatività e, non ultimo, la scarsità dei fondi stanziati tra Trenord e la Regione per reclutarne un numero proporzionato ai volumi del traffico ferroviario lombardo. Risultato: le guardie scenderanno dai treni e si limiteranno a presidiare i depositi di Trenord e qualche stazione. Dall’azienda fanno sapere che stanno mettendo a punto un nuovo modello di sicurezza, che sarà dettagliato appena possibile. Certo è che l’arrivo dei vigilantes fu annunciato in pompa magna ad aprile 2016 dall’allora presidente della Regione, Roberto Maroni, che ne volle dare eco anche sui canali social, specificando che le guardie sarebbero state armate. Ancora fresco il ricordo di quanto accaduto a giugno 2015 sul passante ferroviario, vale a dire: l’aggressione a colpi di machete del capotreno Carlo Di Napoli. Sembrava che le guardie potessero essere una soluzione. Invece, dopo 3 anni, il commiato. «La misura non ha dato i frutti sperati – ammette Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza –: meglio far salire i militari a bordo dei convogli».

 

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