Vaccini influenzali, l'allarme dei medici: "In Lombardia pochi e in ritardo"

Il presidente dell'Ordine di categoria: "Importante anche contro il Covid, a rischio la fascia tra i 60 e i 64 anni"

Presentazione della campagna 'Io mi Vaccino'

Presentazione della campagna 'Io mi Vaccino'

Milano, 30 settembre 2020 - “Mai come oggi è indispensabile distinguere Covid 19 da influenza”. Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano, nel lanciare la campagna 'Io mi vaccino', rivolta ai medici e ai loro pazienti, segnala l’utilità di un’ampia copertura vaccinale in epoca Covid 19.

Più vaccini influenzali, meno morti per Covid 19. Recentissimi studi, di diversa fonte, vanno tutti nella stessa direzione: quella di rilevare che i soggetti vaccinati per l’influenza, in caso di contagio da Covid 19 rispondono meglio alle cure e presentano un tasso di mortalità inferiore   Nello specifico: in Brasile uno studio di settembre 2020 ha osservato che tra 92.664 soggetti con Covid 19, quelli recentemente vaccinati col trivalente, hanno registrato un calo dell’8 per cento di trattamenti intensivi, un calo del 18 per cento di ventilazioni invasive, un calo del 17 per cento di decessi. In un altro studio americano (giugno 2020) si è osservato che aumentando del 10 per cento il numero di vaccinati, si registrava un calo del tasso di mortalità per Covid 19 del 28 per cento. Una ulteriore ricerca pubblicata dall’International Journal of Infectious Disease (2020)  ha verificato che la coinfezione influenza e Covid aggravavail quadro clinico nel suo complesso, soprattutto dal punto di vista cardiaco. Sottoporsi al vaccino anti-nfluenzale riduce il tasso di ospedalizzazione e di gravi complicazioni polmonari ed evita la riduzione della risposta immunitaria al Covid 19.

“I dati internazionali evidenziano l’importanza e l’utilità indiscutibile del vaccino in periodo Covid 19 - dice Rossi - ma in Lombardia alcune criticità pratiche rischiano di compromettere anche gravemente la campagna vaccinale. I vaccini, anziché all’inizio di ottobre, come consigliato dal Ministero della Salute - aggiunge Rossi - in Lombardia saranno probabilmente disponibili solo da novembre. La Regione Lombardia ha garantito l’acquisto di 2,4 milioni di vaccini, l’80 per cento in più dello scorso anno, ma l’Ordine di Milano teme siano in realtà dosi non sufficienti a coprire la platea di chi che ne avrebbe diritto gratuitamente. A maggior ragione potrebbero non bastare per tutti gli altri, ovvero i soggetti a cui il Ministero della Salute ha consigliato la somministrazione. “Ricordiamo a proposito che, nell’attuale campagna vaccinale”, dice Rossi, “Regione Lombardia dà la precedenza a over 65, mentre il Ministero ha esteso la platea di chi ne ha diritto gratuitamente agli over 60. In Lombardia, quindi la fascia 60- 64 anni verrà ‘coperta’ in una seconda fase, solo se avanzeranno vaccini. E, ancora, non è chiaro quante dosi saranno disponibili per gli altri (i lombardi dai 7 e 59 anni).

Servono hub dislocati sul territorio per somministrare vaccini. Uno dei punti qualificanti della campagna vaccinale in tempo di Covid 19 sarebbe quello di evitare assembramenti negli studi medici situati all’interno di condomini, trovando spazi alternativi, come palestre, scuole, edifici pubblici in cui somministrare i vaccini. “Già ora, ricordiamo che agli studi medici si accede su appuntamento”, dice Rossi, “e i medici di famiglia temono di dover gestire ancora una volta ‘a mani nude’ una nuova emergenza. Servono anche procedure che tutelino il paziente e il Medico di Medicina Generale dai rischi di controindicazione della somministrazione. Per il momento abbiamo letto solo: ‘E’ giusto fare un grande spazio centrale, un tendone in piazza Duomo, che potrebbe essere utile per chi lavora, ma potrebbe essere scomodo per gli utenti, soprattutto anziani e fragili, cui servono luoghi accessibili più vicini casa”.

 

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