Milano, 8 luglio 2024 – La banca privata per avere un fondo cassa da utilizzare alla bisogna. Il custode del tesoro che si indebita per coprire le quote non versate. La richiesta di soldi a una coppia di amici, con restituzione a tassi spropositati. La denuncia alla polizia. La consegna simulata di una busta di denaro e le manette.
Così, nella serata di sabato 6 luglio, sono stati arrestati per estorsione aggravata e usura un quarantottenne peruviano e l'ex moglie, connazionale di 37 anni. Il meccanismo della Junta Prima di arrivare alla fase finale dell'operazione-lampo, bisogna spiegare cos’è la Junta, un metodo di accumulo di contanti molto diffuso in Perù e nella comunità di immigrati in Italia.
Cos’è la Junta Prima
In sostanza, un gruppo di persone che intende creare questo meccanismo di risparmio collaborativo inizia a versare in una cassa comune una determinata somma al mese per un anno. Ogni mese, chi ha bisogno di soldi per un investimento o per saldare un debito partecipa a una sorta di asta: scrive su un foglio una cifra da 0 a 500 euro; chi si avvicina di più al massimo prende tutta la quota accumulata nei trenta giorni, perdendo solo la somma che ha scritto sul foglio.
A gestire tutto è uno dei “correntisti”, che ha anche il compito di rifondere ciò che gli altri non riescono a versare. In questo modo, tutti hanno modo di attingere al fondo, ma c'è pure il rischio per il cassiere di accumulare debiti.
La coppia di usurai
E così è successo a una trentasettenne peruviana, che si è ritrovata con 13mila euro da versare nella cassa della Junta, in comune con altre nove persone che ogni mese versavano 500 euro. A quel punto, si è rivolta a una coppia di connazionali, che le hanno prestato i soldi, chiedendole in cambio in varie tranche 38mila euro.
Lei è riuscita a restituire 25mila euro, ma poi ha dovuto dire ai due che non aveva più contanti. I presunti usurai hanno iniziato a minacciarla, arrivando a intimidire anche i familiari in patria. Così la donna, messa alle strette, ha deciso di denunciare tutto al commissariato Monforte Vittoria.
La consegna di soldi
Dopo aver acquisito la denuncia e averne appurato la veridicità attraverso diverse testimonianze, gli investigatori guidati dal dirigente Manfredi Fava hanno organizzato la trappola, fotocopiando banconote per un ammontare di duemila euro per una consegna simulata a casa della donna. Quando la trentasettenne si è recata nell'abitazione della coetanea per ritirare la busta, sono scattate le manette in flagranza. Arrestato pure il marito che la aspettava in auto, mentre una seconda donna è stata indagata a piede libero per lo stesso reato, d'intesa col pm Maurizio Ascione.
Le agendine
Poi è scattata la perquisizione a casa dei due ex coniugi, in zona Corvetto: lì i poliziotti hanno sequestrato 18.400 euro e quattro agendine con nomi e cifre. Le indagini andranno avanti per ricostruire il giro di usura della coppia.