
Ricordatevi il dogma sul teatro di Cechov: quando una pistola entra in scena, prima o poi spara. Più o meno è quello che è accaduto ieri dalle parti di Unicredit. Alla vigilia l’annuncio di un consiglio d’amministrazione straordinario, di domenica e con l’ad Jean Pierre Mustier che sarebbe stato colto di sorpresa, convocato per affrontare i dossier sul tavolo del gruppo bancario, dalla holding delle banche estere all’acquisizione di Monte dei Paschi. Poi ieri la ’derubricazione’ del board a ’riunione informale tra i membri del consiglio di amministrazione di Unicredit’, sempre con il tema governance sul tavolo. L’incontro, come confermano da piazza Gae Aulenti, è per discutere del processo di rinnovo del consiglio in vista della scadenza del mandato ad aprile del prossimo anno. La riunione informale si tiene domenica perché sarebbe un giorno libero da impegni per tutti, considerando che questa settimana il Comitato Nomine darà ufficialmente inizio al processo sulla governance.
Il retroscena è che l’argomento principale da dibattere siano il ruolo e le condizioni che l’ad Mustier pone per entrare nella lista del consiglio d’amministrazione. La conferma del ceo francese alla guida di Unicredit si intreccia con le tante partite aperte: a cominciare dall’operazione Monte dei Paschi, con il Ministero dell’Economia che ha sta puntando tutte le sue fiches miliardarie, dagli sconti fiscali agli aumenti di capitale e alla sterilizzazione dei rischi legali, per far sposare Mps a Unicredit. L’allergia di Mustier al dossier Monte è arcinota, così come la sua poca considerazione del mercato italiano. Se l’ad insiste sul suo progetto di una subholding estera, quotata per metà alla Borsa di Francoforte e per l’altra metà controllata da Unicredit Italia, i consiglieri d’amministrazione dovranno valutare la cosa con estrema attenzione. E nel cda ci sono molte posizioni critiche. Alla riunione informale di ieri ha partecipato anche Pier Carlo Padoan, indicato come futuro presidente di Unicredit, visto come l’uomo del Governo e traghettatore dell’aggregazione con il Monte, sul fronte opposto rispetto ai progetti di Mustier e alla valutazione del sistema italiano. In attesa di una posizione ufficiale sugli esiti della riunione informale di ieri sera, con Mustier che ha mai commentato indiscrezioni o anticipazioni, non resta che aggrapparsi al dogma di Cechov: quando una pistola entra in scena, prima o poi spara.