BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Una task-force contro l’allarme alluvioni

Centoventi uomini della Protezione civile impegnati sul territorio di dodici Comuni: da Trezzo a Cassano, da Bellinzago a Truccazzano

di Barbara Calderola

I fuoristrada fanno avanti e indietro dalle sponde. L’asta sempre a portata di mano per misurare il livello dell’Adda e del Trobbia: fiumi e torrenti fanno paura dopo giorni di pioggia battente e l’emergenza continua. "È scattato anche l’allarme neve", dice Giuseppe Carbone, coordinatore del Com 18, la protezione civile dell’Adda-Martesana. Centoventi uomini per 12 comuni impegnati da Trezzo a Cassano, da Bellinzago a Truccazzano: "I punti a rischio di una rete che deve fare i conti con il dissesto idrogeologico".

La task force anti-alluvione non si ferma mai, la parola d’ordine è prevenzione. Nei rimorchi hanno sacchi auto-espandenti - eredi di quelli di un tempo, di sabbia - per proteggere gli argini: si gonfiano a contatto con l’acqua facendo barriera. Ma si conta soprattutto sugli interventi di rafforzamento delle palizzate portati a termine lungo i corsi d’acqua e sulla pulizia degli alvei "elementi chiave per evitare tragedie - sottolinea Carbone -. Detriti e tronchi possono fare tappo, se non vengono rimossi regolarmente. Era già successo, abbiamo fatto tesoro del passato".

L’alluvione del 2014 è solo l’ultima ad avere lasciato il segno, il corpo è nato quasi 20 anni fa dopo che Cascine San Pietro finì a mollo, ma il dramma che ha scavato nella coscienza collettiva si consumato a Vaprio, quando Cascina Invernizzi venne sommersa e i residenti con l’Adda alla gola furono salvati da gommoni ed elicotteri. Sei anni fa il brutto remake a Trezzo e Cassano con uno strascico di sfollati, polemiche e danni per milioni di euro a case e aziende e risarcimenti parziali che hanno iniziato ad arrivare solo nel 2019.

"Scenari che cerchiamo di scongiurare adeguandoci al clima che cambia: non piove più che in passato, ma più intensamente. Abbiamo imparato a fare fronte alla distruzione lasciata dalle bombe d’acqua che arrivano e si dissolvono in pochi minuti costringendoci a leccarci le ferite". A bordo dei pick-up c’è tutto l’occorrente per ogni evenienza: idrovore, autopompe e strumenti da taglio per liberare la vie ostruite dalle piante: "Ci siamo attrezzati per non perdere tempo e ridurre i rischi. In gioco ci sono vite umane". Sorvegliate speciale anche le infrastrutture: ponti e stazioni, la centralina ferroviaria di Melzo allagata dalle piogge torrenziali nel 2014 – 10 milioni di perdite e treni impazziti in mezza Lombardia – è stata una lezione per tutti.