Una montagna di cocci per chi verrà

Alberto

Mazzuca

Draghi viene premiato negli Stati Uniti come statista dell’anno e viene invece impallinato in Italia dai politici che pensano più ai loro interessi che a quelli del Paese. Incomprensibile. A Milano, in via Victor Pisani, un bar ha esposto nelle vetrine le bollette sull’energia: da 4.900 euro a 18.000 euro. Comprensibile, sia la civile protesta sia il motivo dello stratosferico rincaro. Ma è compresibilissima anche la forma di protesta avviata in Gran Bretagna all’insegna del “Don’t pay“: non pagare le bollette anche se la nuova premier Truss ha già posto un tetto. Facilmente la protesta si estenderà all’Europa. Chi può permettersi bollette così care? Sembra che in Italia già uno su tre non le paghi. Solo che a questo punto l’Europa intera sta finendo in ginocchio: il prezzo dell’energia è oggi in Europa dieci volte più alto che nel 2020 dopo esserlo stato per settimane maggiore anche di venti volte. Un guaio, dal momento che negli Stati Uniti il prezzo è rincarato di appena 2,5 volte rispetto al 2020. Così l’Europa perde posti di lavoro, gli Stati Uniti riportano a casa loro molte imprese che in passato avevano delocalizzato all’estero. Record nei rientri: 350 mila posti di lavoro. Insomma, non siamo messi bene. La Francia ha appena nazionalizzato un’impresa energetica e ha fissato anche un limite alle tariffe, la Germania pensa di fare altrettanto, la Spagna ridurrà l’Iva sul gas naturale. E noi? Poca cosa finora. Così torneremo a dibatterci con tutti i nostri problemi, addirittura è stata bocciata da noi la riforma di Draghi sulle tasse. I soldi poi non bastano, sono a rischio le pensioni. A quel punto anche il Paese rischia di abbassare la saracinesca come stanno facendo già varie imprese che hanno bisogno dell’energia per produrre. La realtà è che le catene di fornitura si stanno ristrutturando, un po’ dovunque, e l’Europa è il perdente numero uno. Difficile da accettare ma il nuovo governo, qualunque sia, dovrà limitarsi a raccogliere per un lungo periodo i cocci creati in queste settimane di navigazione a vista imposta dalla guerra ucraina e dai nostri politici dalla visione corta. Una montagna di cocci.

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