Una mappa della salute, la voce di 40mila milanesi per ripensare i quartieri

L’Ats manderà cartoline con un Qr Code a un campione di residenti "Rispondendo al questionario potranno indirizzare politiche di benessere"

Un facsimile della cartolina che dalla prossima settimana arriverà a 40mila milanesi

Un facsimile della cartolina che dalla prossima settimana arriverà a 40mila milanesi

di Giulia Bonezzi

Le cartoline partiranno lunedì, nei primi giorni di dicembre le riceveranno quarantamila milanesi. Anzi: poco più di quattrocento per ciascuno degli ottantotto quartieri della città, selezionati in maniera casuale tra i residenti maggiorenni, spiega Antonio Russo, direttore dell’Epidemoiologia dell’Ats Metropolitana, che è il mittente. Sulla cartolina c’è un Qr Code, inquadrandolo con la fotocamera dello smartphone o un altro dispositivo parte un video in cui Max Laudadio, l’inviato di Striscia la notizia, spiega l’importanza di rispondere al questionario che arriva alla fine. Domande basilari sul proprio profilo anagrafico (il questionario è totalmente anonimizzato, è stato vagliato da un comitato etico), le condizioni socioeconomiche e di salute, gli stili di vita ma anche sul proprio quartiere: l’accesso ai servizi sanitari, ai mezzi pubblici, la sporcizia delle strade, il traffico, l’inquinamento, l’ambiente sociale. Rispondere è molto importante: non si vince un premio, ma l’opportunità, assai più rara, di partecipare a un progetto che vuole ridisegnare quel pezzo di città a partire dai bisogni reali di salute di chi vi abita. Non calato dall’alto, non plasmato dal comitato che urla più forte, ma fondato sulle evidenze, su una "mappa della salute" che abbia l’obiettività della scienza.

"È un’operazione di prevenzione. I medici intervengono per curarci quando stiamo male, ma per farci stare bene devono collaborare tutte le anime della polis: istituzioni, specialisti, ricercatori", chiarisce Walter Bergamaschi, il direttore generale dell’Ats Metropolitana, presentando “Ciao Milano, dimmi come stai!”, finanziato dalla Fondazione Cariplo, in cui l’Agenzia di tutela della salute collabora con la Regione, il Comune e le tre università pubbliche milanesi. Bicocca, Statale e Politecnico forniscono, rispettivamente, sociologi, ricercatori di scienze sociali e politiche e architetti-urbanisti, perché "l’obiettivo è costruire politiche di promozione della salute. Ma per farlo dobbiamo conoscere i milanesi". E qui casca il questionario: le indagini Istat e ogni altra rilevazione sulla salute, spiega Russo, non riescono a stringere la lente oltre un’area provinciale o metropolitana. Ma Milano ha quasi 1,4 milioni di anime, ogni quartiere è un microcosmo e in ogni grande città "la distribuzione delle pressioni sociosanitarie non è uniforme – chiarisce -. Se riusciamo a raccogliere queste informazioni possiamo pensare interventi mirati". Ad esempio potenziare determinati servizi nelle costruende Case di comunità. Ma anche considerare l’incidenza di problemi cardiovascolari od obesità nella progettazione delle piste ciclabili da parte del Comune, che dopo il primo mese e mezzo di rilevazione mirata aiuterà ad allargare l’iniziativa attraverso la newsletter che raggiunge 450 mila milanesi.

L’idea è poi lanciare, all’inizio del 2023, un portale che renda disponibile a tutti questa mappa, mentre i dati saranno sviluppati in analisi che consentano alle istituzioni di lavorare per migliorare il benessere dei milanesi. E poi estendere il modello agli altri comuni dell’Ats, nell’hinterland milanese e nel Lodigiano.

Ma prima servono "dati di qualità", sottolinea Guido Angelo Cavaletti, prorettore alla Ricerca in Bicocca: per questo è importante che il maggior numero possibile dei quarantamila destinatari risponda al questionario (Russo si augura almeno il 60%). "La partecipazione dei cittadini alla produzione di conoscenza - ragiona Carlo Mango, direttore dell’area Ricerca di Fondazione Cariplo – risponde a un concetto di “cittadinanza scientifica” che consente di indirizzare meglio le politiche pubbliche, e alla ricerca di esercitare un ruolo sociale". "Questa è ricerca pratica, che non si esaurisce nella pubblicazione su una rivista scientifica ma ci aiuta ad adattare ai bisogni reali la risposta del servizio sanitario - osserva l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso -. La sanità del futuro deve uscire dagli ospedali e avvicinarsi ai cittadini".

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